"Never stop punching", mai smettere di dare i pugni, mai smettere di lottare dice Sylvester Stallone ritenendo quello il messaggio piu' forte, l'eredita' dei personaggi iconici del suo cinema, Rocky e Rambo.
L'attore e' stato osannato dai 1000 giornalisti presenti alla sala Debussy per la sua 'lezione' di cinema in occasione della proiezione speciale fuori concorso stasera di Rambo - first flood, il primo della saga, datato 1982 e ora restaurato alla vigilia dell'uscita mondiale a settembre di Rambo V di cui saranno proiettate le prime immagini. Applausi, standing ovation, e anche un regalo durante l'incontro durato un'ora e 40 minuti circa: la foto incorniciata di Jean Paul Belmondo, suo fan, con indosso i guantoni da boxeur. In sala c'erano anche giornalisti con maglie a tema Rocky Balboa.
"Un nuovo Rocky? Con braccia o senza braccia", ha scherzato l'attore ironizzando sulla tenuta fisica di quel fantastico personaggio nato nel 1976, diventato film da ben tre Oscar, "nell'anno - ha ricordato Stallone con la sua voce grave inconfondibile, dovuta, ha spiegato, ad un problema alla nascita - di Taxi Driver e di Tutti gli uomini del presidente".
Stallone, stivaletti texani, camicia a scacchi, jeans e maglietta scura, ha sottolineato le differenze tra l'"ottimistico" Rocky e Rambo "che invece da' forma alla parte oscura di ciascuno di noi". Quest'ultimo e' stato simbolo dell'America di Reagan, ma l'attore ha negato "non l'ho mai concepito con un'anima politica, non la sento io e non la sente lui, semmai patriottica. Il personaggio ha una grande storia, e' nato leggendo della solitudine e della rabbia dei veterani del Vietnam e dei tantissimi che tentavano di uccidersi. Una volta uscito il film nel 1983 mi chiamo' il presidente Reagan e mi disse: 'Rambo, ecco un vero repubblicano' e cosi' e' cominciata questa leggenda".
Sylvester Stallone, 73 anni e un fisico ancora molto atletico e muscoloso, ma non per vanita' o narcisismo, ho modellato il mio fisico per entrare nei personaggi come hanno fatto Harvey Keitel e Robert De Niro. Il linguaggio del corpo non e' meno importante di altro".
Sly ha spiegato come si senta tutt'uno con Rocky e Rambo, "non ho mai separato me stesso da loro, ne ho interpretato, sentito, le vittorie e i fallimenti, la solitudine e la gioia.
Esprimono entrambi l'umanita' e la difficolta' di essere in equilibrio con il mondo intorno". Il primo personaggio, Rocky lo ha lanciato nel firmamento cinematografico 43 anni fa quando era un attore di secondo ordine: "nessuno voleva investire in quella storia invece l'amore per la boxe aveva unito tutti noi che nel film abbiamo lavorato non per i soldi ma per la passione. Poi quando il film usci fu un enorme incredibile successo: questo e' il potere del cinema che immediatamente ti fa sentire vicino e complice ad un personaggio e cosi' accadde per Rocky che al pubblico trasmetteva la voglia indomabile di non arrendersi".
Non tutti i suoi film sono stati successi nonostante il richiamo di Stallone: "Rocky V, nel 1990, e' stato un disastro, ero depresso, la mia carriera a picco, non ricevevo piu' telefonate, poi dopo 16 il nuovo Rocky Balboa mi ha rimesso in pista, ma ho molti rimpianti soprattutto rispetto a tanti film di scarsa qualita' che ho fatto con il pilota automatico. A volte capita di rivederli e sentire mia figlia che mi dice 'ma che robaccia e'?' ecco in quei casi spengo subito la tv''. E il suo 'rivale' Arnold Schwarzenegger? "Dopo 35 anni ci siamo ritrovati insieme sul set per I mercenari e siamo diventati amici".
Cannes: la 'lezione' di Stallone, "mai smettere di lottare"
Ovazione per Sly, omaggio Rocky restaurato e prime immagini Rambo V
- dell'inviata Alessandra Magliaro
- 25 maggio 2019
- 09:23
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