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In Italia cura dell'ipoacusia al di sotto degli standard

Pochi pazienti da specialista e scarso uso impianti cocleari

Roma ANSAcom

In Italia ci sono grandi insufficienze nella cura dell'ipoacusia, al di sotto degli standard minimi. Lo evidenziano i dati del primo Consensus Mondiale sul trattamento dell'ipoacusia negli adulti, pubblicato sulla rivista Jama Network, che ha affermato il ruolo centrale dell'impianto cocleare nel trattamento della perdita di udito seria e profonda negli adulti.

Secondo lo studio, curato da 31 esperti dell'udito di estrazione chirurgica e audiologica, provenienti da 13 Paesi, rappresentanti dei pazienti e professionisti del settore, oggi in Italia gli adulti non vengono sottoposti a esami dell'udito regolari nell'ambito dei normali controlli medici. Fra coloro ai quali, sottoposti ai test uditivi, viene diagnosticata un'ipoacusia da severa a profonda, solo pochi vengono inviati a uno specialista per stabilire se un dispositivo impiantabile sia la soluzione migliore per loro. Anche se gli impianti cocleari costituiscono un trattamento medico più efficace per riacquisire l'udito, soltanto 1 adulto su 20 lo sceglie per risolvere il deficit uditivo. "La poca conoscenza e la scarsa consapevolezza sono le vere barriere per il raggiungimento di uno standard elevato ed equamente diffuso sulla cura del deficit uditivo - commenta Carlo Martinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia -. E' importante che si alzi subito il livello di attenzione da parte dei governi, della comunità medico-scientifica e dei pazienti perché c'è un gran margine di miglioramento, anche in un momento come questo, in cui l'emergenza da Covid-19 ha messo a dura prova il sistema sanitario. Fortunatamente, studi sempre più approfonditi offrono oggigiorno ai decisori un valido supporto".

Il documento finale comprende 20 dichiarazioni che toccano sette categorie di adulti con ipoacusia bilaterale severa, profonda o moderata tendente a profonda. Ogni dichiarazione ha ricevuto l'adesione dei membri del gruppo di lavoro i quali si erano anche consultati con il Capac, l'associazione di consumatori e professionisti del settore.

In collaborazione con:
Cochlear

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