Il costo dei farmaci anticancro in Italia è stato pari a 4,5 miliardi nel 2016. L'arrivo dei biosimilari in oncologia (medicinali sviluppati in modo da risultare simili a quelli biologici già sviluppati, uno che arriverà a breve è il trastuzumab) può determinare risparmi di circa il 20%, liberando risorse per l'accesso a terapie innovative. La scelta di trattamento deve rimanere una decisione affidata esclusivamente al medico. Anche per i pazienti già in cura, in cui la scelta dell'eventuale passaggio (switch) da una terapia all'altra rientra nell'esclusivo giudizio clinico. Questo il principio espresso in un Position Paper firmato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dalla Società Italiana di Farmacologia (Sif), dalla Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo), dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipo). Il passaggio può avvenire solo dopo l'informazione del paziente, monitorandolo per eventuali effetti collaterali."Non è un discorso solo economico - spiega il presidente dell'Aifa, Stefano Vella - sta ai clinici decidere se iniziare con questi farmaci o per uno switch".
"Concordiamo con la posizione espressa in Position Paper della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) e da Aifa che escludono la sostituibilità automatica proprio perché i biosimilari non possono essere considerati alla stregua dei prodotti generici - rileva Stefania Gori, Presidente Aiom -. Anche l'eventuale decisione di uno switch deve essere attentamente valutata dal medico". "Strumenti di monitoraggio successivi all'introduzione in commercio - aggiunge Alessandro Mugelli, Presidente Sif - inclusi studi clinici, possono aumentare la fiducia". Le procedure di rimborsabilità prevedono che il prezzo sia fissato a un valore inferiore almeno del 20%."Dovrebbe essere garantito il riutilizzo delle risorse economiche 'liberate' a sostegno della diffusione di molecole antitumorali innovative ad alto costo"conclude Mario Clerico, Presidente Cipomo.