(ANSA) - ATENE, 31 MAG - Spesso confusa con sinusite o
problemi alla vista, l'emicrania colpisce anche i più piccoli.
Ma "il problema è sottostimato" e "la diagnosi spesso arriva con
un ritardo incredibile, di quasi 2 anni". A mettere in guardia
contro un disturbo tipico degli adulti, ma che non risparmia i
bimbi di 4 o 5 anni, è Bruno Colombo, responsabile del Centro
Cefalee dell'Ospedale San Raffaele di Milano, in occasione del
congresso della European Headache Federation, ad Atene.
Circa 6,5 milioni di persone in Italia, ovvero una su 10,
soffrono di emicrania e, tra di loro anche molti bambini, che
proprio per questo motivo "perdono molti giorni di scuola e
hanno difficoltà a studiare", spiega Colombo. "Spesso il bimbo
lamenta dolore che viene attribuito a motivi sbagliati, quindi
viene fatto visitare dall'otorino, dall'oculista o dal
gastroenterologo. Dall'esperto di cefalee, arriva, secondo un
nostro recente studio, dopo circa 2 anni". Difficile definire il
numero di quanti ne soffrono, perché il problema è spesso
sottostimato. "Quel che è certo è che frequenza è simile fra
maschi e femmine fino a 10-12 anni. Mentre un vero e proprio
picco si registra nelle ragazze, al momento dello sviluppo:
l'incidenza praticamente raddoppia rispetto ai maschi e si
mantiene così nel tempo, fino alla menopausa". Ci sono però dei
segnali che i genitori non dovrebbero sottovalutare: "il non
voler vedere la televisione, il fastidio alla luce e al rumore,
il vomito, fanno capire che non si tratta di una banale scusa
per non andare a scuola". Inoltre, esistono dei sintomi
precursori, che possono far individuare i bimbi che potrebbero
in futuro soffrirne. "Il mal d'auto, le vertigini, gli attacchi
di vomito e il sonnambulismo sono piccoli segnali che potrebbero
essere utilizzati per una diagnosi precoce". C'è, inoltre, una
grossa familiarità: "per chi ha un genitore che soffre di
emicrania, la probabilità di ereditare il problema è del
40-50%".
E' importante sensibilizzare i pediatri a non banalizzare i
sintomi riportati dai bambini e a indirizzarli da un neurologo.
"Intervenendo prima - conclude - si può tenere sotto controllo
il problema ed evitare che peggiori grazie a nutraceutici, come
enzima Q10, Ginko Biloba e vitamina B2".(ANSA).