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Gli italiani e il patrimonio d'arte

L'indagine della Fondazione Hruby,"serve una cultura della cura"

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 6 MAR - Roma la città in assoluto più amata, seguita da Firenze e un po' a sorpresa da Pisa e Milano. Il Colosseo che fa la parte del leone scelto dall'84% degli intervistati come il monumento nazionale più rappresentativo.
    Gli Uffizi super gettonati. Non sorprende più di tanto la percezione che gli italiani hanno del patrimonio d'arte offerto dal Belpaese, una classifica delle bellezze del Paese che in gran parte sembra collimare con quella di tanti stranieri.
    Inquieta semmai scoprire che l'80 per cento degli intervistati ritenga che i tesori artistici della nazione debbano essere protetti in modo più efficace e che meno di un terzo ritenga le meraviglie italiane pienamente valorizzate. A scattare la fotografia della percezione del bene pubblico è una ricerca condotta su un campione di 1000 cittadini tra i 15 ed i 65 anni raccolta in un volume ("Tesoro Italia. Come gli italiani pensano e valorizzano il patrimonio culturale") edito dalla Fondazione Hruby e presentato oggi al Senato, al quale hanno partecipato tra gli altri il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, la presidente della Fondazione Museo Egizio Evelina Christillin, la presidente di Icom Italia Tiziana Maffei, il dg della Fondazione Teatro La Fenice Andrea Erri, l'inviato del Corsera Pierluigi Vercellesi inviato del Corsera e lo storico dell'arte Luca Nannipieri. Ne emerge, racconta Carlo HRuby, vicepresidente della fondazione nata come costola della società di famiglia che dagli anni Sessanta si occupa di tecnologia della sicurezza, "che più della metà degli italiani, anche se residente in un piccolo comune percepisce di vivere nel paese più bello del mondo". E che in tanti "ritengono che la tecnologia sia indispensabile per la protezione dei beni culturali". Peccato che ancora oggi, sostiene Hruby, esista "un grave gap tra le possibilità offerte dalle tecnologie e il loro effettivo utilizzo" in musei e monumenti italiani. Tant'è, l'analisi della ricerca è anche l'occasione per gli esperti chiamati a commentarla per sottolineare l'importanza di lavorare tutti per diffondere in Italia "una cultura della cura del bene storico e artistico". Cultura, sottolinea tra gli altri Schmidt, "che deve essere coltivata cominciando dai bambini, aprendo loro le porte dei musei, facendo sentire loro che sono proprietari di un tesoro importante". Sempre nella speranza che anche la politica riesca a dare alla cultura la rilevanza che merita.
   

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