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Coronavirus: Franceschini al lavoro su problemi del turismo

Costretti a rimborsi per causa forza maggiore, Governo ci aiuti

Redazione ANSA ROMA

Lo stop dei voli e la sospensione dei visti proprio nell'anno del turismo e della cultura Italia-Cina, gli hotel costretti a raffiche di rimborsi per cancellazioni dovute a cause di forza maggiore, più del 50% dei danni concentrati solo su tre città (Roma, Venezia e Firenze). Insomma una crisi quella legata agli effetti del coronavirus che, dopo il colpo recente del mega fallimento Thomas Cook, rischia di mettere in ginocchio il turismo italiano. Per questo a rassicurare gli operatori del turismo - convocati dal sottosegretario Lorenza Bonaccorsi al Mibact per fare il punto sui danni del coronavirus - è arrivato il ministro Dario Franceschini assieme ai rappresentati di molte istituzioni tra cui esperti dell'unità di crisi della Farnesina, dell'unità Visti e della Protezione Civile.

"Un utile e positivo confronto - spiega - in cui sono emerse criticità soprattutto per la contrazione dei flussi turistici internazionali registrata in queste settimane non solo dalla Cina ma anche da altri Paesi. Il governo - ribadisce Franceschini - è intervenuto con efficacia e tempestività a salvaguardia della sicurezza nazionale ora vogliamo affrontare le problematiche che sta vivendo un settore strategico per l'economia nazionale quale è il turismo". "Le cancellazioni che sono arrivate in questi giorni - dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca - sono "per cause di forza maggiore" e quindi, oltre al danno delle mancate prenotazioni e delle cancellazioni, c'è un danno di cassa in quanto gli hotel stanno bonificando e restituendo agli operatori cinesi i soldi che avevano incassato come caparre e anticipi. Noi albergatori abbiamo subito un danno dovuto al coronavirus ma soprattutto al fatto che i cinesi in Italia non ci possono venire. Chiediamo quindi un risarcimento per gli alberghi che hanno subito danni, nelle forme e nei modi in cui il Governo riterrà più opportuno. Il confronto di oggi con il ministro è importante ma ora ci servono le soluzioni".

"La paura del virus rischia di costare al turismo italiano almeno 1,6 miliardi di euro e oltre 13 milioni di presenze (dovute al -30% delle presenze turistiche cinesi e cioè 1,6 milioni in meno e del -6% degli altri cioè -11,6 milioni). E sono stime conservative: se la psicosi dovesse continuare il conto potrebbe essere ancora più salato" spiega Vittorio Messina presidente di Assoturismo Confesercenti che ha fatto un'indagine con il Centro Studi Turistici di Firenze.

"Bisogna sottolineare che i danni previsti per il turismo nei prossimi mesi che Confturismo stima essere oltre i 200 milioni sono tutti molto concentrati. Un quarto infatti sono solo nella capitale e il 50% sono tra Roma, Firenze e Venezia" rileva Alberto Corti, direttore di Confturismo Confcommercio. "Franceschini - dice Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confesercenti - ci ha confermato che porterà le nostre istanze al consiglio dei ministri e che resterà aperto aperto il tavolo di crisi per il turismo in modo che in caso di problemi si sia pronti a reagire. Nell'incontro di oggi si è anche ricordato come dopo la Sars servirono 8-10 mesi per ritornare alla normalità e quindi ci sarà un effetto a lungo termine". La presidente di Fiavet, Ivana Jelinic, aggiunge che "sarebbe auspicabile una nota da parte del Miur in cui si chiarisca che in Italia, e anche in altre destinazioni europee i viaggi di istruzione possono esser eseguiti in sicurezza, e quindi chi ha prenotato pacchetti turistici può tranquillamente confermarli, se non sono in Cina naturalmente".

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