(di Luciano Fioramonti)
(ANSA) - Roma, 17 set - MARIO TOZZI, L'ITALIA INTATTA.
(Mondadori, pp.432, euro 19,50). Un concentrato di meraviglie
della natura minacciate sempre più da vicino dal degrado, dall'
incuria, dall' abusivismo, dall' inquinamento. L' Italia convive
da decenni con questo paradosso: alle straordinarie bellezze
ambientali e artistiche si affianca il più elevato consumo di
suolo d'Europa. Un dato rende bene il quadro: solo il 29 per
cento degli 8000 chilometri di coste non è stato colonizzato. Lo
splendore del patrimonio naturale e culturale si scontra con gli
insulti del turismo di massa mordi e fuggi, delle grandi navi da
crociera e dei bus che invadono i centri storici delle città,
dei diecimila stabilimenti balnerari, dei villaggi turistici e
degli alberghi che proliferano. Eppure, "c' è un' altra Italia ,
qualche volta remota e isolata, altre volte sotto i nostri
occhi" che si offre come una boccata di aria pura, un antidoto
stupefacente contro gli orrori della Grande Bruttezza. A
raccontarcela è Mario Tozzi, geologo e popolare divulgatore
televisivo, che ha raccolto quaranta anni di appunti sulle sue
perlustrazioni in lungo e in largo in un volume che "non è una
guida di viaggio ma un compagno di strada", un altro modo di
guardare luoghi che pensavamo di conoscere.
"L' Italia intatta" è un invito a muoversi a piedi, o al
massimo in treno, alla scoperta di un tesoro inaspettato, spesso
a portata di mano, in cui protagonista è la Natura. Che,
chiarisce l' autore, è cosa diversa dal paesaggio, risultato
dell'intervento dell' uomo sull' ambiente naturale. Per strano
che possa sembrare, le zone ancora immune sono stato salvato
proprio grazie ai vincoli, alle riserve di caccia, ai divieti
imposti dalle servitù militari, alle concessioni minerarie, alla
frammentazione proprietaria e dal suo contrario che è il
latifondo. E sopratutto per merito delle aree protette e dei
Parchi. Tozzi, che è direttore del Parco regionale dell'Appia
Antica, spiega che i 29 parchi nazionali italiani e le riserve
naturali favoriscono lo sviluppo, il turismo e l' economia, e
rappresentano un baluardo per la conservazione della
biodiversità e contro la desertificazione.
Montagne, valli, pianure, isole, foreste e animali, gole
e canyon. Nei 43 capitoli al lettore si svela l' Italia meno
conosciuta. Ecco il Sulcis, in quella Sardegna, "il territorio
geologicamente più antico d' Italia", che è l' inizio di tutto.
Qui la meta di sempre è Piscinas, "con le dune più alte d'
Europa", dove al tramonto è possibile osservare in lontananza i
rari cervi sardi. Una sorpresa arriva dal cuore di Roma: "sul
canottino da speleologo su uno specchio d' acqua sconosciuto,
una ventina di metri sotto il suolo" in corrispondenza dell'
ospedale Forlanini. O percorrendo il sistema fognario della
Cloaca Maxima, opera ingegnosa che ancora oggi funziona. Per
Tozzi la Pianura Pontina è "la nostra Amazzonia", una foresta di
pianura allagata un tempo regno della zanzara che trasmetteva la
malaria. I Romani e i Papi avevano provato invano a bonificarla.
Ci riuscì il Fascismo, "grazie alla tecnologia più moderna e ai
mezzi assicurati dallo Stato Nazionale". La Vedretta del
Mandrone, sull' Adamello, il ghiacciaio più grande d' Italia, è
la prova del pericolo ambientale: nel XIX secolo misurava
tremila ettari, nel 2003 era sceso a 1800, oggi a mille, con un
tasso di arretramento tra 5 e 20 metri all' anno. "Un disastro"
avverte il geologo segnalando che l' 80 per cento dei 120
ghiacciai in regresso. E ancora, il paradiso di Montecristo, le
Eolie, Barbagia, Apromonte, la Marsica e il suo orso che lotta
per sopravvivere. Un passaggio che colpisce più di altri è
dedicato al monte Pollino, in Calabria. Qui c' è "l' albero più
bello d' Italia", il pino loricato, "corazzato" per via della
sua corteccia spessa e dura. L' autore accarezza e dice di amare
questo "fossile vivente", che può arrivare a 900 anni di età e a
40 metri di altezza, di cui si contano circa duemila esemplari.
Il libro coglie da nord a sud le perle della "grande varietà
geomorfologica e naturale, il vero tesoro di questo paese" e le
zone incontaminate da difendere. Dove luogo intatto è anche
quello in cui "il tempo si è fermato a qualche secolo o
millennio fa, e la mano dell' uomo è intervenuta in modo
mirabile e poi non si è toccato più nulla". E' cosi, ad
esempio, per i Sassi di Matera o per il sottosuolo di Palermo e
Napoli. Un campionario di meraviglie che meritano di essere
apprezzate dai sensi - "ci vuole l' udito per imparare ad
ascoltare il silenzio" - ma anche scegliendo la stagione giusta
perché la luce, la vegetazione e le foreste cambiano e
trasformano lo scenario. (Ansa).