Quando nel 2016 una campagna di analisi senza precedenti ha coinvolto le mummie del Museo Egizio di Torino, esaminate ai raggi X, sono state scansione dalla Tac anche decine di mummie animali. Il lato nascosto di questi reperti viene illustrato dalla mostra 'Archeologia Invisibile', in programma dal 13 marzo al 6 gennaio 2020. Gatti e coccodrilli venivano imbalsamati e venduti ai pellegrini perché ne facessero dono alle divinità, che nell'Antico Egitto avevano proprio fattezze animali. Gli esami topografici e archeometrici, oltre alle tecniche di mummificazione e alla datazione dei reperti, hanno svelato anche un piccolo segreto. La mummia del coccodrillo infatti nasconde un animale molto più piccolo di quanto appare. Si può pensare che l'imbalsamatore avesse ingrandito le dimensioni della mummia per poter venderla a un prezzo più alto. Anche il gatto è stato sottoposto alla Tac ed è oggi possibile vederne lo scheletro, virtualmente sbendato e ricostruito in 3D. "Sono mummie votive - spiega il coordinatore scientifico della mostra, Enrico Ferraris - ritrovate in vere e proprie necropoli dedicate agli animali, che grazie all'impiego delle ultime tecnologie stanno aprendo un mondo sulla mappa faunistica dell'antico Egitto".
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Fondazione Museo Egizio