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Matera, "Padiglioni invisibili" per valorizzare ipogei

Il progetto sarà in mostra dal 15 novembre al 19 gennaio 2020

Di Eleonora Diquattro ROMA

MATERA- 
 Futuri possibili e rigenerazione. Valorizzare l'architettura scavata e ipogea di Matera, attraverso la sperimentazione che l' arte realizza con la scienza e nuove tecnologie. Sono gli elementi che costituiscono il cuore del progetto Padiglioni invisibili: Beyond Heritage Fixing, che la Fondazione SoutHeritage presenta al pubblico dal 15 novembre alle ore 18.30 fino al 19 gennaio 2020, nei sotterranei di Palazzo Viceconte. Coprodotto con Fondazione Matera-Basilicata 2019 nel quadro del programma ufficiale Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, e in partnership con Ensa - École Nationale Supérieure d'Art di Bourges - il Global Grand Central di Stoccolma e il Baicr, Cultura della Relazione e Human Ecosystem Relations di Roma. Scelto non a caso, il sistema di cisterne sotterranee risalenti al XV secolo, rappresentativo del "patrimonio territoriale" della città di Matera, dalla Fondazione SoutHeritage, come luogo da rigenerare attraverso la produzione di opere e progetti. In questo "mondo di sotto", infatti i visitatori della mostra avranno la possibilità di incontrare una produzione artistica sperimentale europea, che interpreta l'intangibilità del paesaggio urbano e rurale e la tangibilità delle risorse sotterranee, grazie all'interazione tra scienza e nuove tecnologie, da cui nascono le opere degli artisti in scena, come quelle di Angelo Vermeulen e Nils Faber del Seads collective dal Belgio con il progetto "Geotrauma Lab", gli italiani Giuseppe Fanizza e Matteo Balduzzi con il loro "Istituto popolare Panorama", e poi Eric Aupol, Thomas Bontemps, Ferenc Gróf, Kyo Kim e Clara Noseda del gruppo Ensa, di Bourges in Francia, in scena con il progetto collettivo "Phreatic Bank", infine nuovamente dall'Italia, Lucio Fumagalli e Gabriella Gilli con "Tessuti Digitali". Il progetto Padiglioni invisibili Beyond Heritage Fixing è ideato, coordinato e diretto da Giusy Checola e Angelo Bianco, con la consulenza di Philippe Nys, filosofo e studioso di ermeneutica dello spazio e del paesaggio, ricercatore presso l'unità Amp, Architecture Milieu Paysage dell' École Nationale Supérieure d'Art Paris-La Villette. Nasce per consentire ai visitatori di "abitare temporaneamente"alcuni dei luoghi nascosti, invisibili della città, anche se caratterizzanti, fondanti e infrastrutturali. Matera è diventata negli anni una città-laboratorio, nei settori dell'architettura, dell'urbanistica, delle scienze sociali e dell'antropologia culturale con l'obiettivo di sperimentare dei futuri possibili per questi luoghi  

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