"Non chiamateli gommoni" titola il convegno al Salone Nautico che racconta come si sono evoluti, tra tecnologia, innovazione e design. Tanto che forse oggi quelli più grandi, i maxirib a scafo rigido, lunghi oltre i 10 metri, che arrivano fino a 20, e possono costare anche fino a 3 milioni di euro, sono da considerare un'altra categoria.
"Sui maxirib siamo leader al mondo, siamo la nazione che esporta più imbarcazioni pneumatiche al mondo - spiega William Breventani del cantiere Bwa, presidente del consiglio Rib di Confidustria Nautica -. Parliamo di gommoni che sono le Ferrari del mare, concentrati di tecnologia, carbonio, produzioni sottovuoto, potenze di motori, eliche di superficie, prestazioni estreme che devono essere obbligatoriamente legate da una tecnologia particolare e in più c'è il design".
Dai primi tradizionali gommoni il salto è stato enorme, e uno dei temi discussi al convegno, oltre ad illustrare le tecnologie più innovative utilizzate dai cantieri del settore, è stato anche se i maxirib non si debbano considerare ormai una categoria a parte, che del resto al Nautico quest'anno ha uno spazio dedicato. "Per molti il canotto pneumatico è rimasto poco più dei vecchi gommoni smontabili - dice ancora Breventani - Come la 500 e la Vespa che hanno messo su 4 e 2 ruote gli italiani, il canotto smontabile ha messo in mare gli italiani. Finita quell'era ha iniziato a evolversi e con l'avvento della vetroresina dovendo progettare la carena ha iniziato a evolvere. Il futuro è questo, che si sta distaccando dal gommone classico".
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CONFINDUSTRIA NAUTICA