(ANSA) - CITTA DEL VATICANO, 16 OTT - Le donne ci sono: esperte del mondo giovanile, docenti universitarie, responsabili della pastorale giovanile. Hanno scritto libri e tenuto conferenze. Sono per la Chiesa preziose esperte in questo Sinodo ma non possono votare. E allora un gruppo di organizzazioni ecclesiali ha deciso di scrivere al Papa, ai vescovi, e in generale a chi guida il Sinodo sui giovani in corso in Vaticano affinché anche le donne, le religiose presenti, possano votare.
La petizione è on line ed ha raccolto oltre 5mila firme. "Ma non ci sentiamo partecipanti di serie 'b'", sottolinea suor Alessandra Smerilli, salesiana, tra le donne partecipanti al Sinodo, che stasera hanno incontrato la stampa. "Io credo che in futuro potremo vedere dei cambiamenti, certo a Roma tutto cammina così lentamente", ha detto suor Sally Hodgdon, americana, superiora generale e vicepresidente dell' organizzazione internazionale alla quale appartengono 3mila superiori di congregazioni di suore. Più franca la suora spagnola, suor Maria Luisa Berzosa: "Voto o non voto, per me non è questa la questione. C'è un problema di partecipazione. Immaginavo che al Sinodo saremmo state poche donne, ma non così poche".
Tornando alla petizione, il testo fa presente che "due fratelli religiosi ma nessuna suora religiosa, membri dell' attuale Sinodo sui giovani, possono votare. Esortiamo vescovi, cardinali, la leadership del Sinodo dei vescovi, e il Papa a fare in modo che le donne, superiori religiose, lavorino e votino, allo stesso modo, insieme ai loro fratelli in Cristo alle riunioni del Sinodo dei vescovi". A promuovere l'iniziativa sono alcune organizzazioni internazionali che da anni sono impegnate per le pari opportunità nella Chiesa tra uomini e donne: Catholic Women Speak, Donne per la Chiesa, FutureChurch, New Ways Ministry, Quixote Center, Rapport, Voices of Faith, We Are Church International, Women's Ordination Conference, Women's Ordination Worldwide. Suor Smerilli commenta: "Chi pensa che questo vada fatto, fa bene a farlo. C'è un processo di apertura continua e tanti piccoli tasselli possono aiutare questo cammino". "Se c'è un malessere, è un segno che qualcosa non va bene", ha detto il Superiore dei Gesuiti, padre Arturo Sosa, commentando la raccolta di firme per consentire alle donne che stanno partecipando al Sinodo sui giovani di votare. Il maggior coinvolgimento delle donne è parte della filosofia che guida "la riforma della curia che sta facendo Papa Francesco. Io credo - ha aggiunto il Preposito Generale della Compagnia di Gesù - che in questa direzione si potranno produrre dei cambiamenti". E allora anche il "malessere" può essere un'occasione per individuare "un sentiero e andare avanti".
Un altro problema è quello degli abusi sessuali contro le suore da parte di sacerdoti e vescovi. Un caso è aperto in India. La vicepresidente della Uisg, suor Sally, non nega l'esistenza del problema: "Ogni volta che si verifica un caso informiamo subito la Congregazione in Vaticano".(ANSA)