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Caso Becciu: tempi lunghi per estradizione Cecilia Marogna

Procedimento davanti ai giudici di Milano, è la prima volta

    Peculato per distrazione di beni e appropriazione indebita aggravata in concorso con persone allo stato ignote. Sono le ipotesi di reato che la giustizia dello Stato della Città Vaticano ha formulato affinché l' Interpol - di cui il Vaticano è parte - potesse procedere all'arresto tramite la Guardia di Finanza italiana di Cecilia Marogna, la "dama del cardinale", come da tutti viene ormai definita nella vicenda che vede coinvolto anche il cardinale Angelo Becciu, ex numero tre della gerarchia d'Oltretevere.

    Ma saranno tempi lunghi, come da procedura, quelli necessari per l'eventuale estradizione in Vaticano della 39/enne manager cagliaritana, arrestata ieri a Milano. Come è stato riferito, entro 48 ore dall'arrivo degli atti sull'arresto (carte che arriveranno nelle prossime ore) la quinta sezione penale della Corte d'Appello milanese dovrà decidere per prima cosa sulla convalida dell'arresto e l'eventuale misura cautelare.

    Poi scatterà il procedimento sull'estradizione, con decisione sempre della Corte d'appello, ma con tempi di settimane, dato che la difesa potrà semmai ricorrere in Cassazione. E' la prima volta che i giudici milanesi devono decidere su un'estradizione verso il Vaticano. Come è senza precedenti il caso di un laico italiano estradato nello Stato del Papa.

    Entro cinque giorni dalla decisione sulla convalida dell'arresto e sulla misura cautelare, che viene presa senza udienza, Marogna dovrà essere interrogata dai magistrati della quinta sezione penale d'appello (presidente Antonio Nova). Un termine che in questo periodo di emergenza Covid potrà allungarsi per la necessità di eseguire e avere gli esiti del tampone. Nel frattempo, attraverso il Ministero della Giustizia, dovranno arrivare dal Vaticano gli atti dell'indagine anche a carico della manager. E poi i giudici, sulla base delle carte, dovranno decidere se accogliere o meno la richiesta di estradizione. E sul provvedimento la difesa avrà la possibilità di fare ricorso in Cassazione.

    L'estradizione verrà eseguita soltanto con una sentenza definitiva (nel caso bisognerà attendere la Suprema Corte) e, dunque, per tutta la procedura potrebbero passare settimane, se non alcuni mesi.

    A carico della donna, asserita esperta di questioni geopolitiche e mediazioni internazionali, titolare anche di un'azienda con sede a Lubiana, che negli ultimi anni avrebbe acquisito la fiducia di Becciu fin da quando era sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, nel mirino degli inquirenti d'Oltretevere sono finiti bonifici per un totale di 500 mila euro in quattro tranche, che la donna avrebbe ricevuto dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e presunte trattative per la liberazione di missionari rapiti, e che invece, quasi per la metà, sarebbero stati utilizzati per l'acquisto di borsette, cosmetici e altri beni di lusso.

    Nel carcere milanese di San Vittore, dove è stata portata dopo l'arresto, Marogna, che intanto dovrà nominare un legale, attende le decisioni dei giudici. Nel procedimento sull'estradizione interverrà anche la Procura generale milanese con una propria requisitoria in merito.

    Il card. Becciu, privato il mese scorso dal Papa della carica di prefetto per le Cause dei santi e dei diritti connessi alla porpora in seguito all'accusa, da lui respinta, di aver trasferito fondi della Segreteria di Stato ad attività legate a suoi familiari, ha sostenuto recentemente che i contatti intrattenuti con Cecilia Marogna "attengono esclusivamente questioni istituzionali". Nei giorni scorsi, comunque, non ha mancato di aggiungere di essere stato "truffato".

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