(ANSA) - ROMA, 15 MAG - "Nella casa comune un'unica famiglia
umana" è il tema scelto per la Festa dei Popoli a Roma, a piazza
San Giovanni in Laterano. La manifestazione è in programma per
domenica 19 maggio ed è promossa dall'Ufficio Migrantes della
diocesi di Roma e dalla Caritas di Roma, in collaborazione con
le comunità cattoliche etniche, con Impresa Sant'Annibale Onlus
e tante realtà che lavorano nel campo delle migrazioni (Centro
Astalli, Missionari scalabriniani, Missionari Comboniani, Acli
provinciali di Roma, Apicolf e Federcolf).
La messa sarà presieduta dal cardinale Pietro Parolin,
Segretario di Stato vaticano. Ad animare la liturgia saranno 26
comunità etniche di diverse nazionalità. Al termine della Messa,
sul sagrato della basilica, si potranno degustare piatti tipici
preparati dalle comunità di 13 Paesi diversi: Eritrea, Togo,
Romania, Ghana, Nigeria, Ucraina, Polonia, Bangladesh, Brasile,
Capoverde, Congo, Camerun e Siria. Seguirà uno spettacolo
multietnico durante il quale si esibiranno una ventina di gruppi
con canti e balli folkloristici. Alle 18 il concerto finale, in
collaborazione con African Perfect Armony, gruppo musicale di 11
elementi, nato nel 2017 al centro di accoglienza delle Tagliate
di Lucca; e Med Free Orkestra, progetto nato nel quartiere di
Testaccio nel 2010 che riunisce musicisti provenienti da varie
aree del mondo, che si esibirà insieme all'Earth Band guidata da
Tony Esposito.
"La Festa vuole dare un'importante testimonianza di
convivenza civile tra popoli diversi - sottolinea monsignor
Pierpaolo Felicolo, direttore dell'Ufficio Migrantes della
diocesi di Roma -. Con gli anni la città ha imparato la bellezza
dello stare insieme e bisogna impegnarsi ancora per abbandonare
i luoghi comuni che ci sono sulle migrazioni e far emergere la
normalità dell'incontro tra culture differenti. Alimentare la
paura dei migranti è il peggiore dei modi per affrontare la
dimensione umana del fenomeno della migrazione. La paura ci fa
chiudere. Se poi la paura diviene da individuale a collettiva,
allora si corre anche il serio rischio di fenomeni di reazione
sociale non sempre controllabili". (ANSA).