Una paga equivalente a 10-12 euro
al giorno per lavorare dall'alba al tramonto nella raccolta
delle nocciole su pendii scoscesi. Sono le condizioni di vita
degli stagionali, spesso profughi siriani o curdi in Turchia, il
primo paese produttore al mondo. A raccontarle in un
documentario è il regista e giornalista Stefano Rogliatti,
autore di 'Né tonda nè gentile' realizzato in collaborazione con
Coldiretti. Il titolo rimanda volutamente agli aggettivi nella
denominazione della Nocciola Igp del Piemonte. "Un prodotto di
qualità, al quale quest'anno viene applicato lo stesso prezzo
della nocciola turca", è la denuncia di Roberto Moncalvo,
presidente della Coldiretti Piemonte, che invita "i vertici
delle grandi aziende compratrici di tutto il mondo a mettersi
una mano sulla coscienza per far terminare condizioni di
sfruttamento di questo tipo. Che non riguarda naturalmente -
precisa - solo la raccolta delle nocciole e solo la Turchia "
Il 95% del raccolto - ricorda Coldiretti - viene utilizzato
per prodotti dolciari e il 70% della produzione mondiale
proviene dalla Turchia che nel 2019 ha esportato in 121 paesi
320 mila tonnellate con un reddito di oltre 2 miliardi di
dollari; l'Italia è il secondo produttore con una quota di
mercato di circa il 12%.
"Amo dare voce a chi non he ha, - spiega Rogliatti - questa
volta il viaggio mi ha portato in Turchia sulle coste del Mar
Nero, nella capitale della produzione di nocciole. (un
precedente suo lavoro aveva riguardato le coltivazioni di riso
nel Myanmar, ndr). Nel mese di agosto arrivano più di 350000
lavoratori stagionali. A vederli da lontano sembrano persone
serene, intente a lavorare come tutti. Ma avvicinandomi ho
trovato un'altra realtà: oltre agli uomini ci sono anche donne e
minori, mani e ginocchia a terra 10 ore al giorno, in condizioni
quasi di schiavitù".
"La nocciola turca, che fa concorrenza sleale al fiore
all'occhiello del Made in Piemonte, viene prodotta con metodi
estremamente diversi e rischiosi per la salubrità del prodotto,
- spiegano Moncalvo e il delegato confederale Coldiretti Bruno
Rivarossa -. Questo documentario porta alla luce quello che
spesso per comodo, solo di certe industrie, non si vuole far
emergere
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