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Monsignor Boccardo, sisma ferita che si prolunga

Vescovo parla di "promesse deluse e lentezze burocratiche"

(ANSA) - SPOLETO (PERUGIA), 14 GEN - Ha parlato anche delle "ferite del terremoto che si prolungano nella gente della Valnerina" l'arcivescovo monsignor Renato Boccardo in occasione delle celebrazioni per San Ponziano, patrono di Spoleto. La liturgia in cattedrale è stata animata dalla cappella musicale del Duomo e dal coro delle parrocchie cittadine diretti da Loretta Carlini. Vi hanno assistito il sindaco di Spoleto Umberto de Augustinis, e quelli di altri Comuni della Diocesi, la presidente dell'Assemblea legislativa Donatella Porzi e diversi parlamentari. Nell'omelia, l'arcivescovo ha parlato di "una fase della vita sociale che ci vede ancora angustiati per una crisi che sembra non avere fine". "E - ha aggiunto - per le ferite del terremoto che si prolungano nella gente della Valnerina e si concretizzano in promesse deluse e in frustranti lentezze burocratiche". Boccardo si è poi soffermato sull'attività della Caritas diocesana, della mensa della Misericordia, dei Centri di ascolto e dei numerosi volontari. "Di fronte alle tante forme di povertà che ci circondano - ha sottolineato, secondo quanto riferisce la diocesi -, sentiamo di dovere favorire un cambio di mentalità: non basta più un welfare statale, occorre un welfare di comunità; non basta più la solidarietà, ci vuole maggior prossimità: la prima è fatta condividendo risorse e beni, la seconda mettendo in circolo persone e donando il proprio tempo. Detto in modo concreto: se ognuno di noi desse due o tre ore al mese in qualche iniziativa di volontariato, le nostre città e i nostri paesi cambierebbero volto. Perché abbiamo bisogno di fraternità. Non di fratellanze, di cordate, di consorterie; ma di quel legame, mai solo di interesse, che sta alla base del grande umanesimo al quale la tradizione cristiana ha contribuito in modo decisivo a dare anima. Abbiamo bisogno di fraternità come risposta mite e forte ad una insistente predicazione che dichiara inconciliabili le diverse parti della nostra comune umanità. Ne abbiamo urgenza proprio mentre più assillanti e apparentemente trionfanti si fanno le visioni e le politiche che non si curano delle radici della disuguaglianza, subordinano anche le libertà fondamentali alla sicurezza e liquidano come 'buonismo' - ha concluso mons. Boccardo - il semplice e naturale desiderio di riconoscerci fratelli e sorelle e di agire di conseguenza, nella custodia e nella conduzione della nostra casa comune". (ANSA).

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