Il Veneto, già seconda regione d'Italia per export, con quasi 62 miliardi di euro, è cresciuta nelle vendite all'estero di un ulteriore 2,9% nei primi nove mesi del 2018, mantenendo un ampio potenziale di ulteriore sviluppo. Nell'anno delle turbolenze dei Paesi emergenti, del rallentamento degli Usa e delle Brexit, il Triveneto ha registrato una performance d'insieme ancora migliore, +4,3%. Sono i dati illustrati oggi nel corso dell'evento a Vicenza con il quale Sace Simest, in collaborazione con Intesa SanPaolo, ha presentato la Mappa dei rischi 2019, incentrata sui settori e mercati capaci di garantire le maggiori opportunità per l'export. Il Veneto, per gli analisti Sace, ha ancora davanti a se' margini di crescita: nei primi 9 mesi del 2018 la meccanica strumentale, i prodotti in metallo e gli apparecchi elettronici hanno fatto registrare tassi di crescita superiori alla media regionale, trainando l'export del territorio. I cinque settori principali dell'export veneto (meccanica strumentale, tessile e abbigliamento, altra manifattura (in particolare forniture mediche, mobili e gioielli), prodotti in metallo e bevande e alimentari), che assieme sono il 70% delle esportazioni totali, potranno puntare a un'ulteriore diversificazione sul mercato globale, rivolgendosi a mercati anche al di fuori delle destinazioni tradizionali. Dopo l'apertura dei lavori del presidente di Simest, Salvatore Rebecchini, la mappa dei rischi 2019 è stata analizzata da Alessandro Terzulli, capo economista di Sace. E' seguita una tavola rotonda in cui sono state portate le testimonianze degli imprenditori e delle loro storie aziendali, conclusa dall'intervento dell'ad di Sace, Alessandro Decio.
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SACE