(ANSA) - ROMA, 6 AGO - La diagnosi precoce del diabete
infantile riduce il rischio delle complicanze acute che seguono
la grave compromissione del metabolismo, come la chetoacidosi.
Una procedura semplice ed efficace è rivolgersi al pediatra ed
eseguire un test delle urine nel caso in cui il bambino beve e
fa pipì più del solito.
È questo l'invito che viene da Stefano Cianfarani, presidente
della Siedp (Società italiana di endocrinologia e diabetologia
pediatrica) e da Alberto Villani, presidente della Sip, (Società
italiana di pediatria). Tra i suggerimenti delle due società
scientifiche c'è l'inserimento nel test del sangue, in una
valutazione di pronto soccorso pediatrico, di una glicemia
capillare che permetterebbe il pronto riconoscimento della
situazione.
Si stima che in Italia siano presenti almeno 16.000 bambini
affetti da diabete e che ogni anno circa 1.500 presentino
l'esordio della malattia. Da studi effettuati e presentati da
Siedp e Sip, negli ultimi 10 anni circa il 40% dei bambini
diabetici all'esordio presenta proprio la chetoacidosi
diabetica, una complicanza che una volta instaurata richiede una
attenta gestione in ambito ospedaliero specialistico.
La Siedp ha definito un protocollo per la sua gestione, in
modo da evitare le temibili complicanze (0,15-0,3%) della
chetoacidosi diabetica che vanno da conseguenze neurologiche
gravi fino alla morte.