Riappropriarsi dei propri
terreni sui Nebrodi e gestirli in proprio, evitando
infiltrazioni mafiose e creando nuovi posti di lavoro, almeno
60, da sostenere anche con una campagna di crowdfunding. E'
l'obiettivo del progetto etico 'Quel fresco profumo di libertà'
avviato dal Comune di Troina, nell'Ennese su iniziativa del
sindaco, Fabio Venezia, che vive sotto scorta, e dal presidente
dell'azienda speciale silvo-pastorale, Angelo Impellizzeri.
Al centro dell'iniziativa la valorizzazione di miglia di
ettari di boschi che nove secoli fa il gran conte Ruggero donò a
Troina, prima capitale Normanna in Sicilia. Che in parte sono
stati oggetto delle attenzioni della mafia che li ha sfruttati
per ottenere milioni di contribuiti dall'Unione europea.
Il Comune e l'azienda speciale adesso vogliono riappropriarsi
dei terreni per creare il futuro di Troina puntando su legalità,
natura, turismo e occupazione, riportando sui Nebrodi "quel
fresco profumo di libertà" di cui parlava Paolo Borsellino. Si
comincia con mille ettari, dei 4.200 di proprietà del Comune che
non concederà proroghe né farà bandi per la loro futura
assegnazione man mano che scadranno le concessioni.
Il progetto di valorizzazione dei boschi demaniali sottratti
alla mafia prevede la creazione di un sistema di allevamento di
razze in via di estinzione, la produzione ecocompatibile e la
trasformazione di materiale legnoso ricavato dalla pulizia del
bosco e la creazione di un 'Geo Resort' da un'antica caserma
rifugio nel cuore dei Nebrodi per la fruizione turistica della
più grande area protetta della Sicilia. Tutto ciò permetterà a
circa 60 giovani del territorio di trovare occupazione
attraverso "una gestione etica, legale e consapevole del bosco".
Il progetto prevede anche una campagna di crowdfunding per
acquistare asini ragusani e cavalli sanfratellani, realizzare
aree attrezzate, recuperare la rete dei rifugi per una fruizione
ecosostenibile dei boschi e ad acquistare idonee attrezzature
per le attività sportive ed escursionistiche.
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