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I disegni dei piccoli profughi raccontano il dramma

I disegni dei piccoli profughi raccontano il dramma

Mostra a Milano, quasi un percorso tra casa, guerra, viaggio e accoglienza

02 febbraio 2016, 15:32

Redazione ANSA

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“Avevano colpito con un missile la mia scuola a Damasco e io avevo paura. Tutti gridavano e c’era il fumo… Non si vedeva nulla. Io mi sono salvato ma alcuni miei amici non sono riusciti a scappare.” Lina, 8 anni. - RIPRODUZIONE RISERVATA

“Avevano colpito con un missile la mia scuola a Damasco e io avevo paura. Tutti gridavano e c’era il fumo… Non si vedeva nulla. Io mi sono salvato ma alcuni miei amici non sono riusciti a scappare.” Lina, 8 anni. - RIPRODUZIONE RISERVATA
“Avevano colpito con un missile la mia scuola a Damasco e io avevo paura. Tutti gridavano e c’era il fumo… Non si vedeva nulla. Io mi sono salvato ma alcuni miei amici non sono riusciti a scappare.” Lina, 8 anni. - RIPRODUZIONE RISERVATA

 “Siete stati gentilissimi con i miei figli, ci avete regalato speranza e tranquillità. Vi sarò grato a vita.” Un Papà. E' un profugo siriano accolto a scrivere questa frase toccante. E' una delle tante che si leggono sotto ai disegni dei bambini che raccontano il loro Viaggio verso il futuro, traumatico, drammatico, soprattutto non voluto. Sono testimonianze semplici, dirette e per questo emozionanti le immagini che i bambini disegnano e che 'parlano' delle loro esperienze senza troppe mediazioni. La Fondazione L’Albero della Vita, che da ottobre 2013 opera in favore dei profughi siriani in transito a Milano con il progetto “Emergenza Siria”, ha deciso di rendere omaggio alle loro storie con una mostra , aperta al pubblico fino al 7 febbraio 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17 c/o Ex Fornace Alzaia Naviglio Pavese 16 a Milano.

Grazie alla mostra “In viaggio verso il futuro” la Fondazione vuole trasmettere un messaggio positivo in un momento in cui nel nostro ed in altri paesi la situazione dei profughi siriani è sempre più delicata. La mostra servirà proprio a raccontare il loro viaggio verso l’Italia e l’accoglienza che hanno ricevuto nel nostro paese, attraverso gli occhi dei bambini e per mezzo di uno strumento  sincero come i loro disegni.

I disegni e le foto esposte durante la mostra, sono il frutto del lavoro svolto da L’Albero della Vita e L’Unità di Ricerca sulla Resilienza dell’Università Cattolica nella città di Milano, ma anche in Libano e Giordania, negli ultimi due anni. I disegni in modo semplice ma allo stesso tempo anche molto emozionante raccontano i motivi della loro partenza, la difficoltà del viaggio per arrivare in Italia, la drammaticità della guerra e la bellezza dell’accoglienza e della solidarietà ricevuta, senza dimenticarsi dei sogni per un futuro migliore.

Il percorso all’interno della mostra si sviluppa seguendo l’idea di un viaggio immaginario che attraversa 4 aree tematiche: CASA, GUERRA, VIAGGIO, ACCOGLIENZA. Con uno sguardo finale al futuro con la speranza di crescere e tornare a casa propria per migliorare il proprio paese e fare in modo che la guerra sia solo un ricordo lontano.

Qui i disegni in mostra. Guarda le immagini

“Il Progetto “Emergenza Siria” mira a generare per questi bambini - in una fase di grande vulnerabilità - le condizioni più favorevoli perché possano, pur in un tempo breve, incontrare un “luogo sicuro”, tutelato, dove sia possibile riconquistare un momento di normalità. Accogliere è il tratto fondamentale dell’intervento e del nostro agire progettuale, facciamo il possibile perché i bambini si sentano al sicuro e accettati, senza essere discriminati. Li invitiamo - racconta Ivano Abbruzzi – Presidente della Fondazione L’Albero della Vita onlus - a prendere parte a diverse attività che restituiscano valore e dignità all’individuo, alla sua storia di vita, al suo vissuto e facciamo il possibile per coinvolgerli e per proporgli ciò che meglio risponde ai loro bisogni in quel momento. Nel nostro lavoro progettuale di questi due anni sia nei centri d’accoglienza a Milano, sia presso l’hub in stazione centrale, abbiamo incontrato migliaia di bambini a cui abbiamo restituito dei riferimenti, abbiamo dato cura, attenzione e cercato di creare una relazione, offrendo speranza e infondendo fiducia per un futuro migliore.”

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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