Quali sono i luoghi più pericolosi
per contrarre il Covid-19? Non lo sappiamo, non esistono mezzi
scientifici per conoscerli, ma al contrario possiamo sapere
quali siano i luoghi dove ci si contagia meno o affatto:
palestre, bar, ristorante, cinema e teatri non rappresentano
l'ambiente dove ciò avviene. E' quanto emerge da uno studio
condotto dal centro Altamedica di Roma, e sottoposto al Journal
of Medical Virology.
"Si tratta, spiega il direttore scientifico di Altamedica,
Claudio Giorlandino - di uno studio scientifico di esclusione
della sede di contagio. Infatti benché non sia possibile
stabilire dove ci si contagi giacché i comportamenti, movimenti
e contatti della popolazione siano estremamente vari ed i
contagiati possano essere stati infettati in un numero
indefinito di luoghi od occasioni anche contingenti od
occasionali, è invece estremamente semplice, deduttivamente,
verificare le sedi di frequentazione ed escludere quelle dove la
popolazione dei positivi non vi si sia recata nei 10/15 giorni
precedenti il riscontro del virus nel loro tratto respiratorio
superiore". "Si tratta di valutare i luoghi definiti
"sensibili" o "a rischio di trasmissione" e verificare, de
facto, se i contagiati li avessero visitati, e con quale
frequenza, nei 15 giorni precedenti il tampone positivo". I
soggetti studiati "sono tutti asintomatici - ha precisato il
direttore scientifico di Altamedica - E per i soggetti
asintomatici o paucisintomatici la letteratura scientifica
ritiene che il virus nel tampone rinofaringeo duri al massimo 15
giorni. Quindi basta tornare indietro di 15 giorni e verificare
se, in quel lasso di tempo, si sono frequentati certi ambienti o
meno per ipotizzare che questo possa essere un luogo di contagio
o escluderlo". Dallo studio osservazionale retrospettivo, è
emersa una realtà assolutamente inaspettata: ristoranti,
palestre, teatri e cinema, ritenuti responsabili
aprioristicamente della sede di contagio, non sono stati
frequentati, o lo sono stati in minima parte, dai soggetti
positivi.
Le sedi di esclusione sono state studiate retrospettivamente
nello studio, interrogando 226 soggetti risultati positivi al
test, su 5.100 casi analizzati. A questi è stato chiesto se nei
15 giorni precedenti al test avessero frequentato i suddetti
ambienti: palestre, ristoranti, cinema o teatri. "In quasi la
totalità dei casi - afferma Giorlandino -
queste sedi non sono state mai visitate dai soggetti positivi.
E' di tutta evidenza, quindi, che il virus non si sia contratto
lì. Benché non si possa dire se vi sia una responsabilità del
mezzo, va comunque segnalato che, in via collaterale, più del
50% dei soggetti intervistati riferiva invece di aver
frequentato mezzi pubblici. Ovviamente, questo non afferma ma
neanche esclude che sia stata quella la sede di contagio". Dei
soggetti intervistati il 93% ha dichiarato di non avere
frequentato mai ristoranti nel periodo di riferimento, il 92% di
non avere frequentato bar, il 94% di non avere frequentato
cinema o teatri.
"Se tali prime osservazioni venissero confermate da altri
studi e ricerche non vi sarebbe alcuna ragione di limitare tali
attività", conclude Giorlandino.
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