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Studio,ristoranti e palestre non sono luoghi di infezioni

Studio,ristoranti e palestre non sono luoghi di infezioni

226 soggetti asintomatici,mai frequentati nei 15 giorni prima

ROMA, 30 ottobre 2020, 20:43

Redazione ANSA

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Quali sono i luoghi più pericolosi per contrarre il Covid-19? Non lo sappiamo, non esistono mezzi scientifici per conoscerli, ma al contrario possiamo sapere quali siano i luoghi dove ci si contagia meno o affatto: palestre, bar, ristorante, cinema e teatri non rappresentano l'ambiente dove ciò avviene. E' quanto emerge da uno studio condotto dal centro Altamedica di Roma, e sottoposto al Journal of Medical Virology.
    "Si tratta, spiega il direttore scientifico di Altamedica, Claudio Giorlandino - di uno studio scientifico di esclusione della sede di contagio. Infatti benché non sia possibile stabilire dove ci si contagi giacché i comportamenti, movimenti e contatti della popolazione siano estremamente vari ed i contagiati possano essere stati infettati in un numero indefinito di luoghi od occasioni anche contingenti od occasionali, è invece estremamente semplice, deduttivamente, verificare le sedi di frequentazione ed escludere quelle dove la popolazione dei positivi non vi si sia recata nei 10/15 giorni precedenti il riscontro del virus nel loro tratto respiratorio superiore". "Si tratta di valutare i luoghi definiti "sensibili" o "a rischio di trasmissione" e verificare, de facto, se i contagiati li avessero visitati, e con quale frequenza, nei 15 giorni precedenti il tampone positivo". I soggetti studiati "sono tutti asintomatici - ha precisato il direttore scientifico di Altamedica - E per i soggetti asintomatici o paucisintomatici la letteratura scientifica ritiene che il virus nel tampone rinofaringeo duri al massimo 15 giorni. Quindi basta tornare indietro di 15 giorni e verificare se, in quel lasso di tempo, si sono frequentati certi ambienti o meno per ipotizzare che questo possa essere un luogo di contagio o escluderlo". Dallo studio osservazionale retrospettivo, è emersa una realtà assolutamente inaspettata: ristoranti, palestre, teatri e cinema, ritenuti responsabili aprioristicamente della sede di contagio, non sono stati frequentati, o lo sono stati in minima parte, dai soggetti positivi.
    Le sedi di esclusione sono state studiate retrospettivamente nello studio, interrogando 226 soggetti risultati positivi al test, su 5.100 casi analizzati. A questi è stato chiesto se nei 15 giorni precedenti al test avessero frequentato i suddetti ambienti: palestre, ristoranti, cinema o teatri. "In quasi la totalità dei casi - afferma Giorlandino - queste sedi non sono state mai visitate dai soggetti positivi.
    E' di tutta evidenza, quindi, che il virus non si sia contratto lì. Benché non si possa dire se vi sia una responsabilità del mezzo, va comunque segnalato che, in via collaterale, più del 50% dei soggetti intervistati riferiva invece di aver frequentato mezzi pubblici. Ovviamente, questo non afferma ma neanche esclude che sia stata quella la sede di contagio". Dei soggetti intervistati il 93% ha dichiarato di non avere frequentato mai ristoranti nel periodo di riferimento, il 92% di non avere frequentato bar, il 94% di non avere frequentato cinema o teatri.
    "Se tali prime osservazioni venissero confermate da altri studi e ricerche non vi sarebbe alcuna ragione di limitare tali attività", conclude Giorlandino.
   

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