(di Manuela Correra)
E' semplicemente una questione di
calcoli: senza il numero chiuso per l'accesso alla Facoltà di
Medicina, fra dieci anni e negli anni ancora successivi si
creerebbero migliaia di medici disoccupati. Il presidente della
Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli
odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, non ha dubbi, ed è
proprio sulla base di stime precise che afferma la totale
contrarietà dell'Ordine all'adozione da parte del Comitato
ristretto della Commissione Istruzione del Senato del testo base
per l'abolizione del numero chiuso.
"Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una
norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina
significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un
medico, avremo una pletora di laureati che non avranno
possibilità di trovare un posto di lavoro come medici.
Produrremo solo dei disoccupati", afferma Anelli all'ANSA.
Quindi, chiarisce le ragioni che spiegano la bocciatura della
linea del governo da parte della Fnomceo: "Non si tratta di una
norma sensata. Una norma di buon senso punterebbe a rendere
possibile la piena occupabilità dei medici che formiamo. Ma così
non sarà se si varerà lo stop al numero chiuso, e fra 10 anni
avremo una pletora di camici bianchi che non riusciranno a
trovare lavoro".
I numeri infatti sono chiari e, argomenta Anelli, non
lasciano dubbi: "Per formare un medico ci vogliono 10 anni,
ovvero sei anni di corso di laurea in Medicina e 4 anni di
specializzazione. Abbiamo stimato che fra 10 anni saranno andati
in pensione circa 7mila medici. A fronte di questo 'buco', già
quest'anno la previsione di iscrizioni a Medicina raggiunge le
20mila unità. Questo vuol dire che fra 10 anni, nel 2034, noi
potremo assumere 7mila medici, ovvero il numero di quelli andati
in pensione, ma non potremo fare lavorare ben 13mila medici che
risulteranno in più". Ovviamente, prosegue Anelli, "se verrà
eliminato il numero chiuso, gli accessi a Medicina saranno molti
di più, almeno il doppio". Già con la situazione attuale, "ci
chiediamo cosa andranno a fare quei 13mila medici in più che
avremo nel 2034: se i politici ci spiegano questo - incalza il
presidente della Fnomceo - allora come Ordine potremmo anche
cambiare opinione e diventare favorevoli allo stop al numero
chiuso".
Attualmente, commenta, "condannare 13mila medici a non
trovare posto una volta formati non è un obiettivo eticamente
possibile" e abolendo il numero chiuso "il quadro non potrà che
peggiorare". Netto il giudizio di Anelli: "Il senso di
responsabilità di chi governa è legato al fatto di essere in
grado di innescare processi che diano prospettive di benessere e
sviluppo, ma in questo caso si produrrebbe solo disoccupazione".
Tuttavia, aggiunge, "allo stesso modo valutiamo positivamente il
fatto che nel provvedimento sia in qualche modo normato il
percorso dei Licei a curvatura biomedica, e che sia riconosciuto
il ruolo degli Ordini. Proponiamo inoltre di anticipare il
semestre di orientamento, spostandolo al periodo precedente
l'inizio dell'anno accademico, per dar modo agli studenti di
sostenere gli esami per la graduatoria di accesso già a
settembre. L'Università curerebbe la preparazione gratuita alle
materie oggetto d'esame tramite l'organizzazione di corsi anche
in modalità asincrona". Se oggi siamo in questa situazione di
carenza di medici, rileva ancora, è perchè "c'è stata una
programmazione sbagliata negli anni precedenti: 10 anni fa si
sarebbe dovuto dare il via libera ad almeno 15mila accessi a
Medicina, perchè oggi sono 15mila i medici che vanno in
pensione". Ora però, avverte, "non possiamo sbagliare ancora la
programmazione, ed abolendo il numero chiuso il risultato sarà
che nel 2034 avremo molti più medici di quelli che andranno in
pensione e, dunque, una triste pletora di disoccupati in camice
bianco".
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