L'università di Bologna "se serve"
potrà fare "un piccolo aumento" dei posti alla facoltà di
Medicina nei corsi di laurea in Romagna "soprattutto a Forlì e
Ravenna", ma poi "i numeri della didattica sono quelli". Lo ha
detto il rettore dell'Alma Mater, Giovanni Molari, che tuttavia
ha ribadito le sue perplessità sull'idea di togliere il numero
chiuso per l'iscrizione alla facoltà.
"Vedremo dove andrà a finire - spiega Molari a margine di una
conferenza stampa in Rettorato - . Certo, le parole del relatore
non rassicurano su didattica ed esami online. Vanno in direzione
contraria a quella che è stata la scelta del nostro Ateneo di
tornare in presenza".
Il rettore è "convinto che si possano trovare soluzioni che
portino a un numero ragionevole e giustificato di medici". "È
opportuno avere un controllo sui numeri dei laureati a Medicina-
aggiunge Molari - per non avere problemi contrari tra qualche
anno. Gli studenti che iniziano il corso di laurea l'anno
prossimo, entreranno nel sistema sanitario tra 10 anni.
L'attuale carenza di medici è frutto di una programmazione fatta
negli anni passati e le scelte avranno effetti tra 10 anni,
quindi - avverte - bisogna guardare numeri con una visione
prospettica".
L'Università di Bologna, in ogni caso, ha "lavorato tanto
in questi anni per aprire i numeri a Medicina - assicura Molari
- . Abbiamo attivato dei corsi di laurea a Ravenna e Forlì e
siamo passati da circa 400 iscritti a quasi 800 nel giro di due
o tre anni. Li abbiamo aumentati ulteriormente l'anno scorso,
mentre quest'anno non lo abbiamo fatto perché credo che sia
necessario avere un po' di stabilizzazione dopo ogni aumento".
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