"Innanzitutto non abbiamo un'idea
chiara su come questo decreto verrà configurato. I punti
fondamentali sono i seguenti: è chiaro che noi soprattutto come
società scientifica dobbiamo perseguire l'appropriatezza, tutto
quello che viene fatto a beneficio del paziente deve avere due
caratteristiche ovvero essere utile per il paziente e rispondere
ai criteri scientifici, una cosa senza l'altra non è possibile.
Tutto quello che noi facciamo, che è fare il vantaggio del
paziente, deve essere anche scientifico, se non è scientifico
non c'è vantaggio per il paziente. Se un decreto prevede che si
pongano delle regole, queste regole devono derivare da atti che
il ministero governa già: raccomandazioni, linee guida, buone
pratiche cliniche. Non ci sono scorciatoie rispetto a questo".
Ad affermarlo all'ANSA è Claudio Cricelli, presidente emerito
della Società italiana di medicina generale in riferimento a un
decreto, annunciato dal ministro della Salute Schillaci, che
riguarderebbe l'appropriatezza prescrittiva e il taglio delle
liste d'attesa.
"Noi siamo fortemente a favore dell'appropriatezza, non
difendiamo la libera prescrizione da parte dei medici, i medici
non devono essere liberi di prescrivere, i medici devono essere
consapevoli che esiste una legge in Italia che si chiama Legge
24 del 2016 che obbliga i medici a rispettare le linee guida e
le buone pratiche cliniche che sono una proprietà dello Stato,
del mistero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità.
Questa è l'unica appropriatezza consentita".
"Qualunque atto amministrativo non può prescindere da questo
concetto: cosa dice la scienza, cosa raccomanda, quali sono le
prestazioni, come si deve curare il paziente. E' scritto da
qualche parte e quelli che lo scrivono sono le società
scientifiche accreditate. Noi raccomandiamo al ministero che
invece di fare dei proclami che lasciano il tempo che trovano,
si riferisca alla stessa legislazione dello Stato di cui il
ministero è garante e dica ai medici: 'insieme facciamo un
percorso di applicazione delle buone pratiche cliniche e delle
linee guida 'che sono l'unica garanzia che i cittadini italiani
vengano curati bene senza sprecare soldi pubblici".
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