Una corsa che affianca persone
strappate alla morte con il defibrillatore ai rispettivi
"salvatori". Si svolgerà domenica mattina nell'ambito della
Piacenza Half Marathon organizzata da Progetto Vita,
associazione che da 26 anni si occupa di rischio cardiaco e
della diffusione dei defibrillatori, strumento di salvezza molto
diffuso a Piacenza e in Emilia.
Parteciperanno ventun persone che sono "rinate" attraverso
questo intervento di emergenza accompagnati dalla persona che ha
avuto la prontezza di trovare un Dae, far partire le scosse
elettriche e ribaltare il destino.
Ad esempio Andrea Arsaci, che nel 2010, quando aveva 40 anni,
sentì cedere il cuore. Il soccorso fu opera di un altro
giocatore Giuseppe Addabbo, agente della Polizia Locale
addestrato alla manovra di soccorso. Piacenza è stata la prima
città a coinvolgere le pattuglie delle forze dell'ordine nel
sistema salva-cuori. La staffetta dei 21 salvati e 21 salvatori
in una manifestazione vuol rilanciare l'importanza della
cardioprotezione fai-da-te.
"Vorremmo far capire a tutti il valore di salvare vite
costruendo insieme una rete basata sulla tecnologia e sul
coinvolgimento delle persone - spiega Daniela Aschieri,
cardiologa, anima di Progetto Vita fin dalla fondazione,
primaria dell'ospedale di Piacenza - l'uso del defibrillatore è
davvero alla portata di tutti. Ogni anno contiamo purtroppo
60mila decessi per arresto cardiaco. Un Dae a disposizione entro
3-4 minuti potrebbe salvare quasi la metà delle persone
colpite".
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