Anche le persone che hanno un profilo
genetico che le espone a un maggior rischio di morte prematura
possono combattere la predisposizione genetica e guadagnare
oltre 5 anni di vita aderendo a stili di vita sani. È il
risultato a cui è giunto uno studio coordinato dalla Zhejiang
University di Hangzhou in Cina e dall'University of Edinburgh.
Si stima che il 16% dell'aspettativa di vita sia legato a
fattori ereditari; allo stesso tempo è noto come stili di vita
quali l'uso di alcol e tabacco, l'alimentazione, l'attività
fisica possano incidere sulla durata della vita. A oggi,
tuttavia, non è noto se e quanto avere sane abitudini possa
compensare il ruolo della genetica.
A questo quesito ha cercato di rispondere un nuovo studio,
che ha coinvolto oltre 350mila persone classificate sulla base
del profilo genetico e dello stile di vita.
La prima scoperta dei ricercatori è che l'impatto delle
abitudini sull'aspettativa di vita è più pesante di quello della
genetica: le persone con stili di vita dannosi avevano un
rischio di morte prematura del 78% più alto rispetto a quelli
con stili di vita sani. La genetica, invece, è risultata avere
un peso di solo il 21%. Quando i due fattori si combinano, il
rischio di morte prematura si impenna, fino a raddoppiare.
Le cose cambiano, però, se chi ha un profilo genetico
negativo decide di seguire stili di vita sani. In tal caso, il
rischio si riduce del 54% che, tradotto in anni, equivale a 5,2
anni di vita guadagnati.
Lo studio conferma che "l'adesione a stili di vita sani
potrebbe compensare in modo significativo il rischio genetico di
una durata di vita più breve", scrivono i ricercatori su BMJ
Evidence- Based Medicine.
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