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Umanizzazione cure, cittadini e operatori promuovono Ssn

Umanizzazione cure, cittadini e operatori promuovono Ssn

Ministro Grillo, ''vorrei fosse presupposto condiviso da tutti''

ROMA, 16 novembre 2018, 19:38

Redazione ANSA

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Il sistema sanitario italiano è sensibile all'umanizzazione delle cure, tanto che in una scala da 1 a 10 operatori sanitari e cittadini arrivano a dare una media nazionale di "7". E' questo il risultato del progetto di ricerca "La valutazione partecipata del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero" effettuato da Agenas, in collaborazione con Cittadinanzattiva, Regioni e Province Autonome, per il biennio 2017-2018. Oltre all'umanizzazione delle cure, l'analisi ha fatto emergere una maggior consapevolezza di un'organizzazione sanitaria che si sappia misurare non solo con l'efficienza economica, ma anche con la capacità di accogliere i pazienti nella loro interezza, con tutte le loro esigenze psicologiche e sociali. A partecipare sono stati oltre 800 professionisti e operatori sanitari, più di 700 cittadini appartenenti a circa 300 associazioni di tutela e volontariato che sono stati i protagonisti della valutazione che ha coinvolto 417 strutture di ricovero pubbliche e accreditate. "Con le Regioni stiamo lavorando al nuovo Patto della Salute e vorrei che l'umanizzazione nei percorsi terapeutici fosse un presupposto condiviso da tutti - ha commentato il ministro della Salute Giulia Grillo - Non di sola medicina è fatto il percorso di cura e guarigione, la relazione umana ha un valore oggettivo che non può più essere sottovalutato". "Questo modello di misurazione che indaga la capacità dei servizi sanitari regionali di prendersi carico dei pazienti nella loro interezza ci consegna un sistema che non è soltanto interessato agli ambiti economico-contabili e gestionali, ma ha a cuore anche la dimensione umana delle cure", ha sottolineato Luca Coletto, presidente di Agenas. Per Francesco Bevere, direttore generale della stessa agenzia, "l'auspicio è che il prossimo Patto per la salute rafforzi la necessità di dotarsi di indicatori per il monitoraggio della capacità di accoglienza delle nostre strutture di cura". "Restano spazi di miglioramenti che possono e devono essere affrontati con determinazione", ha commentato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
   

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