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Epilessia, in oltre il 30% dei casi sono farmacoresistenti

Epilessia, in oltre il 30% dei casi sono farmacoresistenti

Interventi chirurgici e cure palliative per uscire dalla crisi

ROMA, 13 dicembre 2023, 17:07

Redazione ANSA

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Colpisce oltre il 30% delle persone con epilessia e si manifesta con la persistenza di crisi nonostante la somministrazione di farmaci appropriati. E' l'Epilessia farmacoresistente che oggi si può trattare con diverse soluzioni. Si stima che almeno il 15-20% dei soggetti possa trovare beneficio grazie ad un intervento neurochirurgico mirato e circa il 70% dei pazienti operati ottiene un ottimo risultato in termini di risoluzione delle crisi. In casi di inoperabilità, è poi possibile ricorrere a terapie palliative che possono ridurre frequenza e intensità delle crisi e magari alleggerire la terapia con farmaci, come la stimolazione vagale, la deep brain stimulation (DBS), e la dieta chetogenica. "Per farmacoresistente - spiega Laura Tassi, Presidente LICE e neurologo presso la Chirurgia dell'Epilessia e del Parkinson del Niguarda, Milano - intendiamo una persona con epilessia che continua ad avere crisi pur avendo provato almeno due farmaci specifici per il suo tipo, ben tollerati, somministrati alla massima dose possibile e per un adeguato periodo di tempo, in monoterapia o in associazione con altri farmaci. Tale condizione non è definitiva". A volte, però, si può riscontrare una farmacoresistenza falsa o pseudo-farmacoresistenza: "casi come questi - precisa Oriano Mecarelli, Past President LICE - sono dovuti ad un'errata diagnosi di Epilessia, a una scelta inadeguata del farmaco e/o delle sue dosi, a una diagnosi non corretta, o ad una scarsa regolarità nell'assunzione della terapia da parte del soggetto. Oggi abbiamo la possibilità di ricorrere a nuove terapie con farmaci che possono riaccendere la speranza". In Italia soffrono di Epilessia circa 600mila persone, ben 6 milioni in Europa, e si calcola che ogni anno si verifichino 86 nuovi casi nel primo anno di vita, 20-30 nell'età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni. I progressi medici consentono di identificare la causa delle crisi in quasi il 90% dei soggetti candidati ad un intervento. "La libertà dalle crisi - spiega Carlo Andrea Galimberti, Vice Presidente LICE e Responsabile del Centro per lo Studio e la Cura dell'Epilessia, IRCCS Fondazione Mondino, Pavia - è probabilmente il fattore più influente sulla qualità della vita perché consente in molti casi di recuperare l'autonomia personale".
   

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