(di Manuela Correra)
I Pronto soccorso, costantemente
sovraffollati e in sofferenza, si confermano il grande anello
debole del Servizio sanitario nazionale: nel 2023 hanno fatto
registrare 18,27 milioni di accessi, ma di questi oltre 1 su 5
(22%) - pari a circa 4 milioni - si possono ritenere impropri ed
evitabili risultando infatti codici bianchi o verdi alla visita
effettuata. A pubblicare i nuovi dati sulla salute dei Ps
italiani è l'Agenas che, nello studio presentato oggi, rileva
pure come 3,5 milioni di cittadini (il 5,8% della popolazione)
impieghino oltre 30 minuti a raggiungere il posto di emergenza
più vicino. Una svolta potrebbe però arrivare da un maggior
impiego delle Case di comunità, previste anche nel Pnrr, come
dimostra l'esperienza pilota dell'Emilia Romagna.
Gli accessi al Ps hanno segnato un incremento rispetto al
2022 del 6%, ma restano inferiori rispetto al 2019 quando si
raggiunsero i 21 milioni totali. La prevalenza degli accessi è
caratterizzata da codici triage - dopo la valutazione medica -
bianchi e verdi (68% dei casi). Circa 4 milioni, dunque, gli
accessi evitabili: si tratta in genere di maschi in età
lavorativa (25-64 anni) che presentano sintomi generici, oppure
di bambini tra 0-14 anni. Quanto al tempo necessario per
raggiungere il Ps più vicino, l'arrivo avviene entro 30 minuti
nel 94% dei casi ed entro 45 minuti nel 99%. Resta tuttavia una
quota del 5,8% della popolazione che non è in grado di
raggiungere le strutture di emergenza entro 30 minuti. Dalla
rilevazione emerge inoltre che circa il 75% delle strutture di
Ps registra un numero di accessi sotto gli standard. In
particolare, nel 29% dei casi si individuano meno di 15.000
accessi annui. Questo, chiarisce Maria Pia Randazzo,
responsabile Statistica e Flussi Informativi Agenas, "si può
spiegare con il fatto che sul territorio ci sono spesso tanti
punti per l'emergenza e questo frammenta molto l'offerta".
L'afflusso maggiore si riscontra il lunedì dalle 8.00 alle
12.00. Sul totale degli accessi al Ps, evidenzia ancora
Randazzo, i ricoveri sono solo il 12% (il 2% tra i codici
bianchi e il 5% tra i verdi). Rispetto invece al tempo di
permanenza in Ps, ovvero i minuti intercorsi tra l'arrivo e la
dimissione, questo si attesta in media a 164 minuti per i codici
bianchi e 229 minuti per i verdi, con una situazione molto varia
tra le regioni. Una soluzione che potrebbe migliorare il quadro
sta proprio nelle Case di comunità per la gestione dei pazienti
non in emergenza, previste anche nel Pnrr proprio per
incentivare l'assistenza territoriale contro l'ingolfamento di
ospedali e Ps. Laddove sono presenti, afferma Randazzo, "il
quadro migliora notevolmente con una riduzione di accessi
impropri al Ps". Un esempio arriva dall'Abruzzo: "Ci sono
ospedali con molti accessi impropri, ad esempio a Sulmona con il
34%, ma con le Case della comunità - rileva l'esperta - si
registra una riduzione fino ad arrivare al 10% di accessi
impropri. Sul territorio sono presenti 40 Case della comunità".
Dall'Emilia Romagna arriva poi una prima esperienza pilota che
ha già portato a risultati positivi. Sul territorio, spiega Luca
Baldino, direttore generale Salute e welfare della regione,
"abbiamo attivato i Centri di assistenza urgenza Cau per i
pazienti con problemi urgenti ma non gravi. Ad oggi sono attivi
33 Cau all'interno delle Case di comunità, con personale medico
e infermieristico. In 4 mesi, da dicembre 2023 a marzo 2024,
abbiamo registrato 132mila accessi, per l'80% in età lavorativa
con sintomi generici". Proprio grazie ai Cau, afferma, "stiamo
registrando un'importante riduzione degli accesi ai Ps; a
Piacenza, ad esempio, la riduzione è del 30%". Gli accessi nei
Cau "corrispondono proprio a quella quota di accessi impropri al
Ps di persone in età lavorativa con sintomi generici. Abbiamo
dunque dato una risposta che mancava e ciò ha portato ad un
alleggerimento significativo nei Ps". L'obiettivo finale,
conclude Baldini, "è fare in modo che al Ps si arrivi solo in
ambulanza, ovvero soltanto nei casi veramente gravi e che
necessitano di un'assistenza di emergenza effettiva".
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