(di Antonino Michienzi)
L'Unione Europa non vuole farsi
trovare impreparata da una nuova emergenza sanitaria e sta
costruendo scorte di farmaci e vaccini. Nei giorni scorsi ha
siglato un contratto da 65 milioni di euro con l'azienda
farmaceutica Bavarian Nordic per la fornitura di vaccini contro
il vaiolo e il vaiolo delle scimmie (mpox). Si tratta del terzo
e il più grande ordine di questo tipo nell'ultimo anno,
preceduto da uno da 10 milioni nel giugno 2023 e uno da 11
milioni nel successivo settembre.
L'acquisto dei vaccini contro il vaiolo è solo uno dei passi
che l'Ue sta compiendo per prepararsi alle possibili emergenze
sanitarie.
Nel settembre 2021, appena lasciata alle spalle la fase più
dura della pandemia, la presidente della Commissione Europea
Ursula von der Leyen, ha lanciato l'Autorità per la preparazione
e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera). "Per garantire
che mai più nessun virus trasformi un'epidemia locale in una
pandemia globale", disse.
L'autorità si è messa subito all'opera e lo scorso anno ha
avuto un budget di 1,27 miliardi; l'anno precedente di 1,28
miliardi; per il 2024 è stimato un fabbisogno di poco più di 700
milioni. Risorse che nei primi due anni di attività sono state
indirizzate per porre le basi per un'infrastruttura che renda
l'Europa più forte davanti a future minacce sanitarie. È stata
data vita a programmi per intensificare la sorveglianza degli
agenti patogeni, per esempio nelle acque reflue, e la capacità
di analisi genetica dei virus e batteri così come strategie per
migliorare l'autosufficienza dell'Ue nella produzione di vaccini
e farmaci.
Larga parte del budget è stata destinata all'acquisto di
vaccini contro Covid-19 e, poi, contro il vaiolo, ma non solo: a
dicembre Hera ha stanziato quasi 700 milioni per rafforzare le
scorte strategiche del meccanismo di protezione civile Ue
RescEU. Farmaci, antibiotici, vaccini, antidoti per rispondere a
minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari.
Intanto, tra le priorità dell'Agenzia è entrato il contrasto
alla carenza di farmaci: l'esperienza della pandemia e la guerra
in Ucraina hanno rivelato la fragilità della catena di
approvvigionamento dei medicinali "e il rischio che la
dipendenza economica possa essere utilizzata come arma", scrive
la Commissione Europea in un documento dello scorso autunno.
Casi di carenze si ripetono in tutti gli Stati membri.
Proprio in questi giorni, per esempio, l'Agenzia europea dei
medicinali (Ema) ha reso noto che la carenza di un farmaco per
le malattie pancreatiche (il Creon) potrebbe protrarsi fino al
2026. È un caso estremo, ma non l'unico.
Per prevenire questi episodi, la scorsa settimana l'Ue ha
varato la Critical Medicines Alliance, un network che comprende
autorità nazionali ed europee, l'industria, i rappresentanti
della società civile. Ha lo scopo di identificare le migliori
misure per affrontare ed evitare la carenza di farmaci
essenziali e potrebbe portare in pochi anni ad aumentare la
produzione di farmaci in Ue e a ridisegnare le catena di
approvvigionamento dei medicinali più critici.
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