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Cimo-Fesmed, interventi strutturali contro le liste d'attesa

Cimo-Fesmed, interventi strutturali contro le liste d'attesa

Quici, rilanciare l'offerta sanitaria e adeguare gli organici

ROMA, 30 aprile 2024, 17:44

Redazione ANSA

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"Affrontare, in sanità, la questione tempi di attesa è un po' come approcciare un paziente con una patologia multiorgano che necessita di terapie specifiche, ma che invece viene curato con placebo. Le cause le conosciamo tutti: la ridotta offerta sanitaria, la carenza di risorse umane, l'inappropriatezza delle prestazioni, l'approccio demagogico verso la libera professione del medico". A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, sottolineando che "occorre una terapia molto più articolata che aggredisca contemporaneamente più cause".
    "Dopo decenni di tagli a strutture e risorse umane, occorre rilanciare l'offerta sanitaria per iniziare a soddisfare i bisogni di salute espressi ed inespressi. Ha ragione Fiaso- afferma il presidente Cimo-Fesmed - quando afferma che il 30% delle richieste sono inappropriate, ma quante altre prestazioni sono inaccessibili ai cittadini per effetto della chiusura degli ambulatori o per il non ottimale utilizzo delle sale operatorie per carenza di medici?" E' necessario "adeguare gli organici abolendo il tetto di spesa sul personale ma a condizione che l'algoritmo elaborato da Agenas non sia peggiorativo rispetto alle reali esigenze".
    "Come sindacato riteniamo che buona parte delle prestazioni inappropriate sono legate alla medicina difensiva, il cui costo e stimabile nella misura di circa 10 miliardi l'anno e, per questo motivo, la terapia da adottare consiste in una seria riforma sulla responsabilità professionale".
    "Infine - prosegue Quici - la questione libera professione.
    Tanta demagogia solo per mascherare la ridotta offerta sanitaria. Sono sufficienti alcuni esempi: nel triennio 2019-21, si registrano oltre 1,3 milioni di prestazioni istituzionali in meno (-2,2%), circa 0,5 milioni di prestazioni libero-professionali in meno (-11,2%) con un rapporto, su 1000 abitanti, di 81 prestazioni Alpi su 999 prestazioni istituzionali (7,7%). Quindi, al di là di poche branche specialistiche, la libera professione non influenza affatto i lunghi tempi di attesa, anzi rappresenta un valore aggiunto che contribuisce a ridurli e, in più, genera introiti all'azienda"
   

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