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Gemmato, Piano malattie rare e' strumento aperto e non astratto

Gemmato, Piano malattie rare e' strumento aperto e non astratto

Oggi firma decreto per ampliamento comitato nazionale

ROMA, 10 luglio 2023, 17:00

Redazione ANSA

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"Il Piano nazionale Malattie Rare era sostanzialmente fermo dal 2016 e da allora non si era riusciti a porvi mano, complice se vogliamo la pandemia, e anche una lentezza burocratica. Ho voluto prendere il toro per le corna e iniziare a determinare le criticità, partendo dal presupposto che la battaglia sulle malattie rare è condivisa da tutte le parti a livello politico. Abbiamo un Parlamento schierato al fianco del mondo delle malattie rare". Lo dice il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, in un evento di presentazione del nuovo Piano malattie rare 2023-2026, approvato a maggio dalla Conferenza Stato Regioni, al ministero della Salute. "Il Piano viene peraltro finanziato con 25 milioni a valere sul bilancio sul fondo sanitario di quest'anno e del prossimo -prosegue Gemmato- e non è uno strumento astratto come viene molte volte rimproverato alla politica. Ma dotato di 50 milioni di euro in due anni, che sono un inizio, un seme che noi piantiamo. Abbiamo una forza ministeriale che è al fianco del mondo delle malattie rare: allargheremo il comitato nazionale delle malattie rare introducendo un'espressione dell'Istituto Chimico Farmaceutico di Firenze, così come Farmindustria. Un decreto che firmerò oggi porta l'allargamento". "Il nuovo piano-aggiunge - voglio dirlo in maniera chiara, non è chiuso: abbiamo fatto un lavoro straordinario di sintesi con una promessa con la promessa di un piano aperto. Il futuro piano lo valideremo insieme seguendo insieme le criticità di questo piano, che verrà messo a terra. Le Regioni hanno un anno per poter declinare in chiave regionale il Piano stesso, dopodiché se scopriamo una criticità , diventa oggetto ed obiettivo da correggere del prossimo piano triennale. Ritengo che alcune negatività vanno evitate: ad esempio il fatto che i malati non abbiano al Meridione una facilità di accesso, presa in carico e terapia pari a quella di altre Regioni. In fatto di mobilità, è impensabile che quasi 20 parsone su 100 debbano andare fuori Regione operatori curarsi, è inammissibile. Il Piano serve per una diagnosi precoce con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri, per aderenza terapeutica e accesso al farmaco diretta, per una cura omogenea su tutto il territorio nazionale".
   

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