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Elementi della vita osservati in una super-esplosione cosmica

Elementi della vita osservati in una super-esplosione cosmica

Il 2° lampo di raggi gamma più forte mai visto

ROMA, 26 ottobre 2023, 11:36

Redazione ANSA

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La creazione di rari elementi chimici necessari per la vita come la conosciamo è stata osservata in una gigantesca esplosione cosmica: la fusione di due stelle di neutroni, l'ultimo stadio di vita di astri molto massicci, che ha generato il secondo lampo di raggi gamma più intenso mai visto, un milione di volte più brillante dell'intera Via Lattea.
    La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature e guidata dall'olandese Radboud University, è stata possibile grazie ad una schiera di telescopi spaziali e a terra, come il James Webb Space Telescope, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese, ed il Telescopio spaziale Fermi, di Nasa e Agenzia Spaziale Italiana, oltre che Francese, Giapponese e Svedese.
    I lampi di raggi gamma provengono da potenti getti che viaggiano quasi alla velocità della luce e possono durare da pochi millisecondi a decine di minuti. Il lampo osservato dai ricercatori guidati da Andrew Levan, chiamato GRB 230307A, è durato circa 200 secondi, una cosa insolita dal momento che lampi così lunghi sono solitamente prodotti dalla morte esplosiva di una stella massiccia, e non dalla fusione di due stelle di neutroni. "Solo pochi anni fa scoperte come questa non sarebbero state possibili - commenta Samantha Oates, all'epoca dello studio all'Università britannica di Birmingham e ora a quella di Lancaster - ma grazie al Jwst possiamo osservare queste fusioni nei minimi dettagli".
    I ricercatori, osservando l'esplosione cosmica nota come kilonova, hanno trovato il tellurio, un elemento chimico pesante e raro usato soprattutto nelle leghe con altri metalli, lo iodio, coinvolto nel metabolismo degli esseri viventi, e il torio, un metallo debolmente radioattivo, usato ad esempio per elettrodi e strumenti scientifici. "Le kilonovae sono estremamente rare e molto difficili da osservare e studiare - aggiunge Ben Gompertz dell'Università di Birmingham, co-autore dello studio - ed è il motivo per cui questa scoperta è così entusiasmante".
   

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