Dall'ictus alla cardiologia,
l'Emilia-Romagna complessivamente viene promossa dall'Agenas,
l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, per le
cosiddette reti tempo-dipendenti all'interno degli ospedali. Si
tratta di quelle strutture che devono occuparsi dei pazienti che
presentano patologie per le quali le conseguenze sono
condizionate dalle decisioni e dagli interventi che si mettono
in atto nelle prime ore dall'insorgenza dei sintomi. A scattare
la fotografia è la terza indagine nazionale dell'Agenas condotta
nel 2023 con dati del 2022.
Rispetto alla rete tempo-dipendete per l'ictus uno dei
parametri valutato nell'indagine è la mortalità a 30 giorni dal
ricovero. L'Emilia-Romagna ha registrato performance positive,
al secondo posto in Italia, dopo la Provincia autonoma di
Bolzano e prima della Liguria. La regione è risultata virtuosa
anche per la rete cardiologica: al terzo posto in Italia, dopo
Marche e Toscana. Sul podio infine nella classifica per la
percentuale di infarti trattati con angioplastica coronarica
(Ptca) entro 90 minuti dal ricovero, come previsto dagli
standard fissati dal decreto ministeriale 70/2015. In
Emilia-Romagna (seconda dopo la Provincia autonoma di Trento) il
tasso di infarti trattati secondo tale standard è del 59,23%,
quasi due su tre.
L'Emilia-Romagna non brilla per la rete di emergenza-urgenza,
dove si colloca a metà classifica nazionale. In questo ambito
gli elementi presi in considerazione sono, fra gli altri, il
tempo di permanenza in pronto soccorso, la percentuale di
abbandono del Ps e quella dei ricoveri in Ps sul totale dei
ricoveri.
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