Il Covid-19 con esito letale
contratto, secondo quando sosteneva il legale della famiglia del
defunto, dal badante 68enne nel settembre 2021 nel Ravennate, è
assimilabile a una malattia di lavoro: ne consegue che Inail
dovrà riconoscere ai familiari gli indennizzi previsti dalla
legge. È quanto - come riportato dal Corriere di Romagna - ha
deciso il giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna Dario
Bernardi accogliendo parzialmente le richieste formulate
dall'avvocato per conto di moglie e figli del badante. La
seconda parte della richiesta era invece finalizzata a farsi
riconoscere un risarcimento da 1,2 milioni di euro direttamente
dall'anziano datore di lavoro, un 85enne ravennate, o
dall'assicurazione dell'uomo. Secondo il giudice tuttavia è
impossibile dimostrare che dovessero essere adottate cautele
ulteriori rispetto a quelle già attivate come le mascherine. Il
rapporto di lavoro tra il badante, di origine straniera, e
l'85enne era partito nel gennaio 2021 quando l'anziano era già
stato vaccinato mentre il 68enne aveva scelto di non farsi
vaccinare. Il virus si era manifestato tra agosto e settembre:
il primo ad avere contratto il virus sarebbe stato l'anziano,
con positività accertata il 3 settembre; due giorni dopo anche
il badante aveva manifestato i sintomi. L'anziano era poi
guarito mentre il suo badante era morto.
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