"Sull'aiuto medico alla morte
volontaria - che è un diritto stabilito, a determinate
condizioni, dalla Corte costituzionale - la competenza delle
Regioni è evidente, perché legata alla responsabilità di
gestione del sistema sanitario e comunque stabilita dall'art.
117 della Costituzione. Ci auguriamo che il ricorso del Governo
potrà essere l'occasione per confermare questa competenza". Lo
dicono Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e
tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni.
"Sostenere, come fa il Governo, che non esiste alcun diritto
per il cittadino né dovere in capo al Servizio sanitario si
scontra con l'evidenza di quanto già accaduto: le competenti
Aziende Sanitarie sia della Regione Marche che della Regione
Friuli Venezia Giulia sono state in passato condannate dai
Tribunali per non avere dato seguito alla richiesta di aiuto
medico alla morte volontaria - spiegano - Anche in assenza di
una legge nazionale, avendo la sentenza della Consulta forza di
legge, esiste dunque una competenza - e un dovere!- di
intervento da parte delle Regioni".
"Per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna - sottolineano
- avremmo preferito, e continuiamo a chiedere, che la Regione
seguisse la strada della legge regionale, non della delibera di
Giunta, proprio per dare maggiori certezze e garanzie alle
persone che soffrono. Su questo, prosegue la nostra campagna a
sostegno della legge "Liberi subito", che impone alle Asl di
verificare entro 20 giorni le condizioni della persona che
chiede di porre fine alle proprie sofferenze. Quanto al
Parlamento, le principali proposte che si confrontano sono tutte
peggiorative: quella della maggioranza, che vuole addirittura
cancellare il testamento biologico, e quella di Pd e 5 stelle,
che vogliono restringere il campo di ciò che è già legale. Le
nostre speranze di riforma sono, dunque, affidate alla strada
delle disobbedienze civili e del nuovo pronunciamento della
Corte costituzionale previsto a giugno".
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