"Ogni giorno centinaia di
specializzandi e specializzande dell'area sanitaria popolano le
strutture del nostro Servizio Sanitario Nazionale, contribuendo
col loro lavoro a dare risposte ai bisogni di salute della
popolazione, eppure non sono tutelati dal punto di vista
previdenziale né retributivo. Anzi, al contrario devono pagare
con proprie risorse la formazione specialistica. E' una
discriminazione grave presente nel sistema che va assolutamente
sanata".
Lo scrive in una nota Fp Cgil Medici e dirigenti Sanitari, in
occasione della mobilitazione annunciata per il 23 marzo a Roma.
"E' infatti inaudito che lo Stato nel vincolare, giustamente,
l'accesso al Servizio Sanitario Nazionale al possesso di un
titolo di specializzazione, non finanzi la formazione di alcune
categorie di professionisti", prosegue la nota.
"E' una battaglia di equità che Fp Cgil sostiene da sempre, che
rappresentiamo e continueremo a rappresentare ad ogni livello
istituzionale: così come già avviene per i medici, è necessario
che si istituiscano contratti di formazione in relazione al
fabbisogno nazionale anche per specializzazioni di biologi,
chimici, fisici, farmacisti, psicologi, veterinari, ingegneri
biomedici. Siamo tutti nello stesso contratto, nella stesso Ssn,
pretendiamo anche l'equiparazione formativa, come chiede anche
l'Europa", conclude il sindacato.
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