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8 marzo:psichiatri,violenza a donne in ospedali e ambulatori

8 marzo:psichiatri,violenza a donne in ospedali e ambulatori

'Centinaia di casi quotidiani che non vengono più denunciati'

ROMA, 07 marzo 2024, 17:12

Redazione ANSA

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Sono le donne medico oggetto dei maggiori episodi di violenza di genere in ambito ospedaliero.
    Dall'omicidio di Barbara Capovani, all'ultima gravissima aggressione a L'Aquila ai danni della psichiatra Francesca Pacitti. Due punte di un iceberg che nasconde centinaia di casi quotidiani che ormai non vengono più nemmeno denunciati. Per questo, in occasione della Festa della Donna, la Società Italiana di Psichiatria (Sip) vuole fare il punto anche su questa situazione che "nonostante le molte parole resta 'bloccata' e legata al passato".
    In una società "solo apparentemente è paritaria e che riconosce gli stessi diritti, sottolinea la Sip, esistono ancora l'intolleranza verso l'indipendenza e l'autonomia della donna".
    "Il 'non possesso' che innesca odio, rancore e frustrazione che porta fino alla distruzione dell'altro. È pertanto fondamentale - afferma Emi Bondi, direttore del DSM dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in un'intervista a PsychiatryOnLine, e che sarà da domani sulla home page del sito www.psichiatria.it - l'educazione al rispetto del pensiero e della volontà dell'altro, alla base non soltanto di una sessualità serena, ma un di rapporto corretto. Considerare l'altro come persona parte della propria vita, arricchendola di amore".
    Bondi ha anche parlato della conquista, da parte delle donne, di posizioni "nelle professioni sanitarie e nella ricerca medica. Ma la strada è lunghissima. A livello di classe medica sì è di poco superata la parità con circa 53-54% di donne in servizio, ma quelle in posizioni apicali, ad esempio i primariati (e ancora meno fra i professori universitari), sono in stallo cronico da decenni: solo circa il 20% di donne raggiunge posizioni di vertice. Non sono fautrice del gender-balance tout-court; tuttavia, ritengo necessario che siano offerte le stesse possibilità di carriera a entrambi i generi, secondo criteri di merito, non del sesso di appartenenza, né in senso di promozione o discriminatorio".
   
   

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