Nell'ambito delle professioni
sanitarie il rischio di burnout - cioè di sentirsi stanchi,
emotivamente esausti, incapaci di far fronte alle richieste di
lavoro - è legato "a basso riconoscimento del merito, a carichi
di lavoro eccessivi e a scarsità di risorse". Lo rilevano i
risultati della ricerca 'La vita nelle organizzazioni sanitarie'
promossa da Istud Salute.
In particolare, lo studio, indipendente da Associazioni e
Ordini, ha raccolto tra dicembre 2023 e gennaio 2024, i punti di
vista di 176 professionisti sanitari (44,4% medici, 43,3
infermieri, 12,3% fra psicologi, fisioterapisti e altre figure
sanitarie) fra le regioni del Nord (con risposte avute dal
65,9%) del Centro (19,1%) e del Sud (15,8) con età media di 52
anni. I temi studiati sono simili a quelli toccati anche nel
recente appello della Comunità Scientifica italiana per salvare
il Servizio Sanitario Nazionale. Il 73,9% delle risposte
provengono da donne, il 25,5%.
Dal lavoro emerge che il rischio di burnout è quasi nullo
nella relazione tra professionisti sanitari e pazienti, mentre
si innalza a livello organizzativo per i carichi di lavoro, per
le risorse scarse e soprattutto per assenza di riconoscimento
del lavoro svolto, da parte del management. Al personale è stato
posto fra l'altro un invito narrativo alle parole "Mi sento…" ,
"Penso…" "Voglio…", "Con i pazienti…". In particolare alla
proposta "Mi sento…", il disagio totale è stato presente nel 43%
delle risposte come "poco valorizzata per le competenze
acquisite, non coinvolta in progetti nonostante la disponibilità
e i titoli", oppure "sottopagato per le responsabilità che mi
assumo". Un 21% esprime invece una situazione di agio completo,
con risposte come "molto ben accolto, c'è un ambiente familiare
e sorridente, molta autonomia personale".
Alla proposta "Penso…", il disagio totale si abbassa
lievemente al 36%, con risposte come "il servizio da me svolto
dovrebbe avere maggiore integrazione con gli altri specialisti
perché si possa parlare davvero di cura" o "che potremmo
organizzare meglio tempo e risorse".
Nella narrazione del "Voglio…" il disagio totale si abbassa
ancora al 10% delle narrazioni, ma è alto il 45% del disagio
parziale, con un agio completo solo nel 9%. Accanto alle
testimonianze di missione "raggiunta", gli interpellati chiedono
"possibilmente essere d'aiuto", "continuare ad amare questo
lavoro", ma anche: "voglio resistere fino alla pensione",
"voglio andare via", "lasciare il lavoro", "volevo...ora faccio
il mio e basta".
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