"Parte da Matelica l'apertura
dell'ambulatorio territoriale dell'Infermiere di Comunità,
perché penso che Matelica (Macerata) sia una città tra le più
belle delle Marche e noi abbiamo voluto dare un segnale di
rinascita e di attenzione a questo Comune del Cratere". Lo ha
dichiarato l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini
prendendo parte al taglio del nastro.
"Con questa realtà che deve funzionare per dare un servizio
di qualità ai cittadini. - afferma l'assessore - Noi abbiamo
voluto la riforma sanitaria con la creazione delle Ast, ma ora
parliamo della Sanità di Prossimità con gli Ospedali di Comunità
come Matelica, e con le Case di Comunità, dove il cittadino deve
trovare adeguata risposta ai suoi bisogni di salute".
L'ambulatorio si rivolge ad una popolazione di 43mila abitanti
distribuiti tra 19 comuni di due distinte Comunità Montane.
Conterà su 24 unità infermieristiche per le cure domiciliari con
un rapporto popolazione/ infermiere in linea con il DM 77 del
2022.
"Questo ambulatorio che oggi inauguriamo funzionerà a pieno
regime dal 15 gennaio, quando avremo a disposizione tutta
l'attrezzatura sanitaria per erogare le prestazioni agli utenti
- spiega la direttrice sanitaria della Ast Macerata Daniela
Corsi - Sarà un ambulatorio a libero accesso, a cui i cittadini
si rivolgeranno presentando l'impegnativa del Medico di Medicina
Generale".
Presenti il sindaco di Matelica Massimo Baldini, il
vicesindaco, l'assessore ai Servizi sociali e l'Assessore allo
Sport che si è anche sottoposto ad una prova per mostrare alcuni
tra gli esami che saranno effettuati nell'ambulatorio, come la
misura della glicemia e della pressione.
"L'Infermiere di famiglia e Comunità (IFeC) - spiega la
Regione - assicura l'assistenza infermieristica, collaborando
con tutti i professionisti sanitari e sociali. Pnrr e il DM
77/2022 propongono l'implementazione di questa figura come
elemento di integrazione tra assistenza sanitaria e sociale,
attraverso lo sviluppo di équipe multi-professionali che
prendano in carico la persona a 360 gradi coinvolgendo i diversi
attori locali (Azienda Sanitaria territoriale, Comuni e loro
Unioni, professionisti, pazienti e loro caregiver,
associazioni/organizzazioni del Terzo Settore, ecc.).
L'obiettivo è creare un servizio di prossimità, superando il
paradigma di una sanità che eroga prestazioni e passando a
un'ottica dove la comunità assiste e supporta il singolo. Ogni
infermiere di comunità opererà in un territorio predefinito,
collaborando con Medici di famiglia, Pediatri, Medici di
continuità assistenziale e tutte le figure professionali
coinvolgibili nella presa in carico della persona, e utilizzando
tutte le risorse presenti nel territorio di riferimento".
"Si ipotizza - ricorda la Regione - un rapporto di un
infermiere ogni 3mila abitanti, fisicamente presente nel
territorio. L'IfeC diventerà una figura di riferimento per
tutta la popolazione, ma soprattutto per le fragilità e le
cronicità per favorirne la permanenza nel contesto di vita
familiare e domestico: il target preferenziale sarà dunque la
popolazione anziana con patologie croniche".
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