Quasi il 70% dei medici delle
Marche pensa alla pensione anticipata, perché teme e il 35% dei
non pensionabili di lasciare il pubblico, mentre il 21% vuole
cambiare mestiere. Ma quasi l'80% degli ospedalieri vede ancora
nel Servizio sanitario nazionale un baluardo del diritto alla
salute, che mette le ragioni assistenziali davanti a quelle
economiche.
Più straordinari meglio retribuiti non sono per i medici
marchigiani la soluzione per le liste di attesa, che per il 57%
si affronta riducendo l'inappropriatezza delle prescrizioni. Il
15% se tornasse indietro non sceglierebbe più di iscriversi a
medicina. Mentre l'idea di pagare meglio gli straordinari, come
previsto dalla manovra non è la ricetta idonea a tagliare le
liste d'attesa. A sondare l'umore dei medici marchigiani, sempre
più tentati di dire addio al servizio pubblico, è la survey
condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti
ospedalieri, su un campione rappresentativo di camici bianchi.
Anche chi non è in età di pensione nel 35% dei casi sta
pensando di lasciare il servizio pubblico. Il 14% per andare nel
privato, e un preoccupante 21% pensa di cambiare del tutto
attività.
Uno scoramento che trova conferma nel 15% dei medici che alle
condizioni attuali tornando indietro nel tempo non sceglierebbe
più di fare il medico.
L'indagine punta poi ad analizzare le criticità nei reperti
di medicina interna, che in media assorbono circa il 50% di
tutti i ricoveri ospedalieri. Per il 50% il problema numero uno
resta la carenza di personale medico e infermieristico,
soprattutto se rapportato alla intensità di cura medio-alta dei
reparti di medicina interna, ancora classificati come reparti a
bassa intensità di cura. La scarsa valorizzazione del medico di
medicina interna nell'organizzazione del lavoro ospedaliero è
segnalata dal 43% degli internisti. La carenza di posti letto in
rapporto alla medio/alta intensità di cura dei reparti è
indicata solo dal 3%.
Plebiscito sull'utilizzo degli specializzandi a copertura dei
vuoti in pianta organica, ma servono tutor e sburocratizzazioe.
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