In poco più di 24 ore sono oltre
1200 le firme alla petizione con cui Libera Associazione di
Medicina Generale e l'Associazione MMG - Sardegna chiedono al
Governo di cambiare "rotta" rispetto a quella prospettata
dell'Accordo Collettivo Nazionale "per scongiurare la
prevedibile catastrofe che, altrimenti, si abbatterebbe sulla
Medicina Generale".
Ha sollevato la protesta di una parte dei medici di
famiglia, e non è escluso che scendano anche in piazza,
l'Accordo sottoscritto dalle principali sigle sindacali. Accordo
contro il quale hanno scritto una lettera indirizzata a Palazzo
Chigi, "alle autorità sanitarie competenti ed ai sindacati di
categoria di individuare soluzioni alternative" in quanto il
testo "aumenta ulteriormente carichi di lavoro ormai
insostenibili, non incrementa le già pochissime tutele".
Quel che si contesta, per esempio, è il fatto che "oltre
allo svolgimento della normale attività ambulatoriale, per i
Medici di Medicina Generale" non massimalisti si rendono
obbligatorie "ulteriori ore da svolgere in Casa di Comunità" o
nel distretto sanitario.
"Se non si invertirà immediatamente la rotta, - si legge
nella petizione che sta circolando in tutta Italia - è
facilmente prevedibile come quel burnout che già ha colpito
troppi di noi, diventerà il burnout di un'intera categoria".
"Sempre meno laureati sceglieranno la professione del Medico
di Medicina Generale. - prosegue il documento - Sempre più
colleghi troveranno il sistema di andare in pensione prima del
previsto. La crisi che ha colpito negli ultimi anni la Medicina
Generale, determinando in un decennio la perdita del 25% dei
professionisti in servizio attivo, non farà che aggravarsi.
Tutto ciò inevitabilmente si ripercuoterà sulla qualità
dell'assistenza ai nostri pazienti".
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