Si è svolta stamane a Palermo la
manifestazione in difesa della sanità pubblica organizzata
dalla Rete degli ambulatori popolari cui hanno partecipato
associazioni, sindacati movimenti, precari della sanità e
cittadini. Lunghe liste d'attesa per le prestazioni
specialistiche negli ospedali, assenza di medicina di
prossimità, difficoltà di accesso ai servizi per i pazienti
cronici sono alcuni dei temi alla base della protesta. Da
piazza Verdi il corteo è arrivato in prefettura consegnando un
documento in dieci punti e gli organizzatori hanno annunciato
che la mobilitazione è solo all'inizio. La Cgil Palermo che ha
partecipato alla manifestazione ha ribadito la propria posizione
contro lo smantellamento del sistema sanitario nazionale.
"Liste di attesa infinite, ricorso sempre maggiore a
prestazioni rese dal privato - dicono Laura Di Martino,
segretaria Cgil Palermo e Tino Corrao, responsabile politiche
della Sanità della Cgil Palermo - spostamento di posti letto dal
pubblico al privato, introduzione di 'prestazione a gettone',
ticket onerosi, definanziamento del Ssn, della riabilitazione e
della tutela della salute mentale. In altre parole, a Palermo va
avanti la corsa a privatizzare il sistema sanitario nazionale,
che un tempo era il migliore al mondo e che oggi si trova al
diciassettesimo posto. In questo modo, ogni giorno tantissimi
cittadini, in particolare fragili e a basso reddito, sono
costretti a rinunciare alle cure".
La senatrice del M5s Dolores Bevilacqua ha detto: "Anche a
Palermo si manifesta per la sanità pubblica che mai come in
questo momento è come un paziente in codice rosso su una barella
che attende lo Stato che intervenga. Purtroppo questo Governo
invece di incrementare gli investimenti sulla sanità pubblica li
ha ridotti e ha permesso praticamente di pagare solamente gli
aumenti dei costi delle bollette. È necessario che l'opinione
pubblica si renda conto che con il progetto dell'autonomia
differenziata proposto da Calderoli questa situazione non potrà
che peggiorare".
Il senatore 5s Roberto Scarpinato ha detto: "Il problema del
degrado della sanità pubblica non è un problema di efficienza, è
lo specchio del degrado della democrazia italiana. La prima base
della democrazia è la democrazia sanitaria. Uno Stato che non
garantisce più ai cittadini la salute è uno Stato che ha tradito
un patto di coesione sociale. Quella privata si è preso i
settori più remunerativi della sanità".
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