L'asma grave, presente nel 10% dei
soggetti asmatici (circa 300.000 persone sui 3 milioni di
asmatici in Italia) può essere controllato - evitando l'uso
frequente di cortisone per via orale anche a elevati dosaggi -
attraverso il trattamento con una terapia biologica a base di
mepolizumab, un anticorpo monoclonale. A queste conclusioni è
arrivato un gruppo di immunologi e otorini dell'Ospedale Careggi
di Firenze con uno studio interamente italiano che è stato
pubblicato sulla rivista Allergy.
Lo studio fornisce nuove evidenze in un ambito di ricerca che
aveva permesso già nel 2022 di pubblicare un articolo
estremamente innovativo che dimostrava la presenza nell'asma di
due tipi di globuli bianchi, gli 'eosinofili', uno dei quali con
particolari caratteristiche infiammatorie e che può essere in
quantità più elevata nel sangue quando c'è un'infiammazione in
corso. Nel recente articolo su Allergy, gli autori hanno
confermato e approfondito questi risultati in una popolazione
asmatica totale di 74 pazienti di cui circa l'85% presentava
anche rinosinute cronica con poliposi nasale, dimostrando che la
quantità di eosinofili infiammatori (iEos) è collegata con la
gravità della malattia. E dimostrando anche come mepolizumab sia
in grado non solo di contrastare questi eosinofili infiammatori,
ma anche di ristabilire un equilibrio con gli eosinofili non
infiammatori (rEos) simile a quello delle persone sane.
"Siamo di fronte ad una patologia a volte molto invalidante -
spiega Andrea Matucci, primario di Immunoallergologia al Careggi
- spesso aggravata da altre comorbidità come la rinosinusite
cronica con poliposi nasale; binomio questo che ancora oggi
vede, purtroppo, l'uso frequente dei corticosteroidi orali,
anche a elevati dosaggi, che non consentono di raggiungere un
controllo adeguato a lungo termine dei sintomi invalidanti, a
differenza di quanto dimostrato con una terapia biologica come
mepolizumab". E Matucci concorda sul fatto che, come emerge
dallo studio, "mepolizumab bloccando la funzione
dell'Interleuchina-5 (molecola responsabile della crescita e
della differenziazione degli eosinofili), è in grado non
soltanto di migliorare lo stato del paziente, ma anche di
riequilibrare il rapporto tra eosinofili infiammatori e
residenti, riportandolo alla condizione osservata su soggetti
sani".
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