Arriva l'approvazione da parte
della Giunta regionale della Toscana dell'accordo con i medici
di famiglia, per rispondere alla carenza nelle aree disagiate e
alla forte difficoltà da parte delle Aziende sanitarie a
reperire professionisti per garantire sul territorio
l'assistenza. L'intesa preliminare raggiunta con i sindacati dei
medici di medicina generale Fimmg, Snami, Smi e Federazione
Cisl medici, aggiorna la mappatura ferma dal 2001 della zone
disagiate e disagiatissime della Toscana e introduce anche, in
via sperimentale, una nuova strategia d'intervento che riguarda
pure comuni e località dove, pur non trattandosi di zone
classificate come disagiate, sono riscontrate difficoltà a
garantire la prossimità dell'assistenza del medico di famiglia.
La sperimentazione consiste in incentivi economici ai medici che
accettano di aprire l'ambulatorio in zone definite a carenza
assistenziale prolungata e avrà una durata di tre anni,
dopodiché ne saranno valutati gli effetti.
Le risorse messe a disposizione dalla Regione per gli
incentivi, superiori che in passato, ammontano a 950 mila euro
l'anno: 794mila euro per le indennità per l'assistenza nelle
zone disagiate, parzialmente disagiate e disagiatissime e
156mila per quelle per l'assistenza nelle zone con prolungata
carenza assistenziale. L'accordo prevede anche che, a
prescindere dagli incentivi economici previsti, le Asl,
attraverso il direttore di zona distretto, si adoperino nelle
zone disagiate per migliorare le condizioni lavorative e
logistiche (ambulatori, alloggi e mobilità ad esempio)
attraverso anche la stipula di specifici accordi con le
istituzioni locali.
Per la presidenza regionale e l'assessorato al diritto alla
salute l'accordo rappresenta un passaggio significativo:
"L'intesa con le sigle sindacali della medicina generale
rafforza la volontà comune di garantire pari opportunità di
accesso ai servizi sanitari a tutti i cittadini, con grande
attenzione alle aree interne, montane, insulari e ai piccoli
comuni e alle frazioni periferiche. E' anche la risposta,
secondo presidenza e assessorato, a una mancanza di medici
dovuta al numero di pensionamenti che, per i prossimi tre anni
almeno, sarà superiore all'ingresso dei neo formati".
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