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Padova nel team di ricerca Ue per screening malattie al fegato

Padova nel team di ricerca Ue per screening malattie al fegato

Al via progetto di ricerca, all'Ospedale-Università 1,8 milioni

PADOVA, 04 marzo 2024, 10:41

Redazione ANSA

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Al via un progetto di ricerca europeo che vede coinvolti ricercatori dell'Università e dell'Azienda Ospedale Università di Padova che mira a migliorare la vita e la salute delle persone affette da malattie del fegato - cirrosi e cancro in particolare - che ogni anno causano 300mila morti in Europa.
    Il progetto, chiamato "Liveraim", ha ricevuto un finanziamento di oltre 20 milioni di euro nell'ambito dell'Innovation Health Initiative Joint Undertaking, dei quali circa 1,8 milioni destinati a Padova. L'obiettivo è quello di progettare e validare una piattaforma di screening delle malattie del fegato con biomarcatori, in modo che possa poi essere implementata su scala nazionale e in Europa.
    Nella prima fase verrà testata l'accuratezza di biomarcatori esistenti nell'identificare la fibrosi epatica, tramite l'analisi di 30.000 campioni di plasma provenienti da coorti finanziate precedentemente dall'Unione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020. Successivamente, utilizzando l'intelligenza artificiale, i ricercatori svilupperanno una piattaforma di screening per la diagnosi precoce della fibrosi epatica. Questa piattaforma sarà validata in uno studio clinico randomizzato, controllato coinvolgendo 100.000 soggetti provenienti da sei Paesi dell'Ue.
    La piattaforma prevede un programma di interventi terapeutici personalizzati, con l'obiettivo di arrestare la progressione della fibrosi.
    "L'assenza di un programma di screening efficace rappresenta una barriera significativa all'identificazione precoce di tali patologie - dice Salvatore Silvio Piano, del Dipartimento di Medicina dell'Università di Padova e coordinatore del team padovano -. Per questo da alcuni anni stiamo conducendo con successo uno screening delle malattie di fegato nella regione Veneto, utilizzando un esame non invasivo chiamato 'Fibroscan'.
    Tuttavia, tale metodica è disponibile solo in centri specialistici, mentre se si vuole promuovere uno screening di popolazione su ampia scala è necessario coinvolgere maggiormente i medici di Medicina generale, fornendo loro uno strumento più semplice, come ad esempio un esame del sangue, che permetta di identificare accuratamente i soggetti a rischio di malattie di fegato che richiedono una valutazione specialistica".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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