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Dalla Ue 2,4 milioni a Padova per cura malattie degenerative

Dalla Ue 2,4 milioni a Padova per cura malattie degenerative

Progetto dell'Ateneo sperimenta la terapia cellulare e genica

PADOVA, 06 marzo 2024, 13:35

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Un contributo di 2,4 milioni di euro è stato assegnato al progetto "Trem2Meds", di un gruppo di ricerca dell'Università di Padova, da parte dell'European Innovation Council, la struttura creata dalla Commissione europea per sostenere la commercializzazione di tecnologie ad alto rischio e ad alto impatto nell'Unione europea.
    Trem2Meds, nato da precedenti grant Erc che la docente padovana di Pediatria Alessandra Biffi si è aggiudicata negli scorsi anni, vuole sfruttare una strategia terapeutica per la cura di malattie neurodegenerative dell'infanzia, come nel caso del farmaco Libmeldy al cui sviluppo Biffi si è dedicata per oltre 15 anni, e per il trattamento della malattia di Alzheimer.
    Il progetto avrà durata di tre anni e ha lo scopo di progredire dal livello attuale, cioè l'evidenza preclinica di efficacia in modelli animali, a uno stadio di sviluppo avanzato che possa creare le basi per l'avvio di una sperimentazione clinica sull'uomo. Altro obiettivo del finanziamento è creare le basi per la costituzione di una start up per facilitare le fasi sperimentali cliniche.
    L'approccio terapeutico si basa sulla tecnologia della terapia cellulare e genica, in particolare sull'utilizzo di cellule staminali ematopoietiche e vettori lentivirali, con l'obiettivo di creare una nuova popolazione di cellule microgliali nel cervello dei pazienti che esprimano a livelli elevati la molecola Trem2, considerata un rilevante target terapeutico per la cura della malattia di Alzheimer. Il progetto coinvolge nell'Ateneo patavino anche UniSmart e il docente Angelo Antonini. Vede la partecipazione di Art-Tg, fondata dalla francese Inserm, dedicata allo sviluppo del manufacturing di farmaci alla base di terapie avanzate, e del Czech Centre for Phenogenomics, realtà accademica capace di condurre studi di sicurezza in modelli preclinici in condizioni compatibili con i requisiti regolatori.
    "La novità - commenta Biffi - è legata da un lato alla strategia terapeutica di per sé innovativa, con terapie avanzate, farmaci innovativi e nuove strategie per raggiungere il sistema nervoso centrale, ma anche alla genesi di questo progetto, che nasce da un approccio sviluppato per il trattamento di bambini con malattie genetiche rare e che oggi si rivolge a patologie, come la malattia di Alzheimer, caratterizzate da un grande impatto epidemiologico e sociale".
   
   

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