Il Covid-19 non spaventa gli
appassionati e gli amanti della pasta in tutto il mondo: una
persona su quattro ne ha infatti aumentato il consumo durante i
mesi di lockdown. A rilevarlo è lo studio internazionale "Il
consumo di pasta durante il lockdown", commissionato da Unione
Italiana Food e Agenzia Ice a Doxa e ufficializzata in occasione
del World Pasta Day, manifestazione curata ogni 25 ottobre da
Unione Italiana Food e Ipo-International Pasta Organisation e
giunta alla 22/a edizione. La ricerca è stata condotta su un
campione di oltre 5mila persone in Italia, Germania, Francia,
Gran Bretagna e Usa. Dal report di studio emerge che nel 2019
sono state prodotte nel mondo quasi 16 milioni di tonnellate di
pasta, più del doppio rispetto ai 7 milioni di 20 anni fa. Si
conferma solida la tradizione della pasta in Italia: è mangiata
da tutti (98%) con 23,1 chilogrammi procapite annui. In
particolare circa 6 italiani su 10, in tutte le fasce di età e
con un picco al centro-sud, la portano in tavola tutti i giorni.
Anche a livello internazionale è consumata da tutti (o quasi) i
francesi, tedeschi e inglesi e americani (9 statunitensi su
10). La media consumo procapite è più bassa rispetto all'Italia:
9kg all'anno negli Usa, 8 in Francia e Germania, 3,5 nel Regno
Unito. Sulla scelta dei formati in Italia vince la pasta corta e
rigata, mentre inglesi e americani preferiscono quella lunga. I
tedeschi scelgono quella fresca (ripiena e non). I francesi la
pasta corta e liscia. Per il World Pasta Day torna la kermesse
"Al Dente - The Italian way of Pasta": per una settimana (18-25
ottobre) 130 ristoranti italiani e di tutto il mondo proporranno
in menù un piatto di pasta mediterraneo. Ispirazione degli chef
sarà il movimento #VivoMediterraneo
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