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Una graphic novel racconta l'assassinio dell'assessore Cecchini

Una graphic novel racconta l'assassinio dell'assessore Cecchini

Sul Il Piccolo il delitto che ha segnato la storia di Trieste

TRIESTE, 24 aprile 2024, 12:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una graphic novel per ripercorrere, a 33 anni di distanza, un episodio drammatico della storia di Trieste nel fine Novecento: è la scelta che fa oggi Il Piccolo, che uscendo dagli schemi narrativi classici della cronaca, rievoca con due pagine di fumetti l'assassinio di Eraldo Cecchini, l'assessore comunale all'Urbanistica, ucciso il 24 aprile 1991. A firmare le strisce è l'illustratore Max Calò.
    Trentatrè anni fa Eraldo Cecchini, considerato il padre della pedonalizzazione di Borgo Teresiano, fu accoltellato a morte per strada dal 40enne Luigi Del Savio, detto Gino Cugno.
    Quest'ultimo - ricorda il quotidiano - fu bloccato mentre aveva ancora in mano il coltello insanguinato. Con quell'arma aveva cercato di colpire anche l'agente Salvatore Orsini. Il poliziotto, per difendersi, aveva esploso due colpi di pistola, ferendo Del Savio a una gamba.
    Cugno, assistito da un centro di salute mentale, protagonista di diverse aggressioni e di altri due accoltellamenti, lavorava come facchino al mercato di Ponterosso. Il killer non aveva mai contattato Cecchini in precedenza. Del Savio era stato condannato a 21 anni di carcere, ottenendo lo sconto di pena perché affetto da seminfermità mentale.
    Alternando dialoghi in italiano e in dialetto triestino, Calò racconta i protagonisti di allora, le scelte dell'assessore per porre un limite al traffico in centro città, le proteste. Il tutto riproducendo quartieri e piazze di Trieste.
    "Io quella storia la ricordo benissimo - spiega l'artista, che vive a Londra -. L'omicidio Cecchini creò sgomento. La prima ipotesi fu che una città aveva scatenato una reazione autoimmune contro una persona perbene. Poi però ci fu l'autoassoluzione collettiva, la colpa era di uno solo. E quindi un comodo oblio.
    A distanza di 33 anni ho domandato ad alcuni dei coprotagonisti cosa fosse successo e perché".
   

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