Un migliaio di persone ha
partecipato alla marcia della memoria organizzata nel centro di
Genova dalla Comunità di Sant'Egidio, insieme alla Comunità
ebraica cittadina e al Centro culturale Primo Levi in ricordo
dell'ottantesimo anniversario dalla deportazione di 261 ebrei
genovesi durante la seconda guerra mondiale, di cui solo 20
fecero ritorno a casa. 'Non c'è futuro senza memoria - 3
novembre 1943': è stato lo striscione d'apertura del corteo
dalla sinagoga a Galleria Mazzini davanti ai gonfaloni della
Regione Liguria, della Città metropolitana e del Comune di
Genova, mentre sono stati alzati cartelli con i nomi dei campi
di concentramento come Bergen-Belsen, Dachau, Ravensbruck,
Mauthausen, Risiera di San Sabba, Fossoli, Auschwitz, Buchenwald
e Treblinka.
"Il novembre 1943 a Genova in Galleria Mazzini fu arrestato
il rabbino Riccardo Pacifici - ricorda il responsabile della
Comunità di Sant'Egidio in Liguria Andrea Chiappori - e avvenne
la retata nella sinagoga da cui ebbe inizio il rastrellamento
degli ebrei in città". "Ricordiamo una delle pagine più buie
della nostra storia - commenta il presidente della Regione
Liguria Giovanni Toti -. E poche settimane fa, appena è accaduto
l'ignobile attacco alle popolazioni vicine alla striscia di Gaza
da parte dei terroristi di Hamas, la prima cosa che abbiamo
voluto fare è stata quella di manifestare tutta la solidarietà e
vicinanza allo Stato di Israele". "Ricordiamo una delle più
ignobili pagine della storia di Genova, - afferma il vicesindaco
Pietro Piciocchi - della quale a distanza di molti anni resta
immutata la vergogna". "La memoria dev'essere il pane
quotidiano, ricordare l'accaduto oggi è molto più importante
perché stanno accadendo cose molto gravi in Medio Oriente -
ammonisce la scrittrice e testimone della Shoah Edith Bruck -,
una cosa dolorosa che rischia di non finire presto, risorge
l'eterno antisemitismo, che non è mai stato sradicato del
tutto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA