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ANCI Piemonte: "Bando rigenerazione urbana esclude progetti del Nord"

PressRelease

ANCI Piemonte: "Bando rigenerazione urbana esclude progetti del Nord"

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Responsabilità editoriale di ANCI Piemonte

Corsaro e Canelli: "Periferie e degrado uguali in tutta Italia. Chiediamo rispetto ed equità"

18 dicembre 2021, 16:56

ANCI Piemonte

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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“Apprendiamo con stupore e preoccupazione che il 93% dei progetti ammessi ma non finanziati dalla graduatoria del bando per la rigenerazione urbana sarebbe del nord. I criteri utilizzati per ripartire i fondi, penalizzano pesantemente i nostri territori. Quando si parla di degrado non esistono periferie di serie A e periferie di serie B”. 

Lo affermano, in una nota, il presidente di ANCI Piemonte e sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, e il delegato alla finanza locale di ANCI nazionale e sindaco di Novara Alessandro Canelli.

Nel mirino dei sindaci piemontesi la graduatoria del bando rigenerazione, che esclude molti dei progetti presentati dai Comuni del nord. “Tra questi - spiegano Canelli e Corsaro - vi sono iniziative di grande rilevanza sociale e di forte impatto ambientale, predisposte da città che hanno dei bilanci virtuosi e che sarebbero in grado di cantierare i lavori fin da subito, dando slancio alla ripresa. Si tratta di progetti che rischiano di non vedere mai la luce a causa di parametri di valutazione assolutamente iniqui”.

Tra gli aspetti più controversi, l’utilizzo del’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale dell’Istat ai fini della valutazione dei progetti. Uno strumento basato su fattori quali l’alfabetizzazione, il grado di scolarizzazione, il reddito pro capite e la percentuale di disoccupazione e di inattività giovanile.

“Con questi standard - concludono Canelli e Corsaro - i progetti virtuosi dei nostri Comuni resteranno irrealizzati. Chiediamo al governo uno sforzo per reperire le risorse necessarie a finanziare i circa 540 progetti attualmente esclusi dal bando. Noi sindaci siamo nelle condizioni di far partire subito i lavori e di ultimarli nei tempi fissati dall'Europa ma servono altri 800/900 milioni di euro. È anzitutto una questione di rispetto e di equità”.

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